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Scarichi illegali e inquinanti nel fiume Sarno: denunciate 50 persone

I carabinieri hanno controllato 27 aziende tra le province di Napoli, Avellino e Salerno, scoprendo che, alcune di esse, scaricavano illecitamente rifiuti nel fiume Sarno: tra le persone denunciate, anche i responsabili di laboratori di analisi che hanno redatto false certificazioni sulla pericolosità dei rifiuti prodotti dalle aziende.
A cura di Valerio Papadia
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Immagine di repertorio
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Vasta operazione quella messa in campo dai carabinieri del Gruppo Tutela Ambientale di Napoli, insieme ai carabinieri del Noe di Napoli e Salerno e dei Gruppi di Tutela Forestale di Napoli, Salerno ed Avellino, volta alla tutela ambientale del fiume Sarno, corso d'acqua troppo spesso inquinato dalle condotte illecite dell'uomo, e alla scoperta proprio di queste ultime. I militari dell'Arma hanno controllato 27 aziende tra le province di Avellino, Napoli e Salerno, denunciando 50 persone; tra i sanzionati, anche i responsabili di laboratori di analisi che hanno realizzato false certificazioni sulla pericolosità dei rifiuti prodotti da tali aziende.

Nel corso delle operazioni, i carabinieri hanno così sequestrato un capannone industriale di circa 800 metri quadrati e cinque aree utilizzate per lo stoccaggio di rifiuti speciali pericolosi e non. I rilievi dei militari dell'Arma hanno permesso di accertare che le acque di dilavamento delle suddette aree nelle quali erano stoccati i rifiuti, mediante scarichi abusivi, confluivano nel fiume Sarno. Il valore delle strutture sequestrate ammonta a circa 15mila euro, mentre nel complesso sono state elevate sanzioni amministrative per un totale pari a circa 82mila euro.

Particolarmente significative per capire il grado di inquinamento del fiume Sarno, le immagini del corso d'acqua durante il lockdown imposto dalla pandemia di Coronavirus, che aveva reso le acque pulite. All'inizio dello scorso maggio, con la Fase 2 della gestione dell'emergenza sanitaria e la riapertura di molte delle aziende che sorgono in zona, le acque del Sarno erano ritornate nuovamente torbide ed inquinate.

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