
È troppo facile. In un senso e nell’altro. Rita De Crescenzo non rappresenta Napoli, ma al tempo stesso ha qualcosa di Napoli che è impossibile ignorare. Quella andata in onda su Rai 2, nella trasmissione "Belve" condotta da Francesca Fagnani, tutto sommato è soltanto un’intervista a uno dei tanti epifenomeni dell’ecosistema social-televisivo italiano. Perché, dunque, fa così tanto discutere? Perché da giorni se ne parla con toni da fine della civiltà?
Quel che sappiamo di Rita De Crescenzo è che è stata figlia di una famiglia disfunzionale, tossicodipendente, violentata più volte, madre a tredici anni, controversa tanto da finire sotto processo per traffico di droga e – di recente – per minacce a un parlamentare.
In un contenitore televisivo di mezz’ora, tutto questo fagotto di potente vita vissuta è oro.
Rita De Crescenzo capisce una parola su tre di quelle che le rivolge l’intervistatrice. E probabilmente la Fagnani non ha mai avuto una belva del genere seduta di fronte a sé. Ci vuole, in effetti, qualcosa di selvatico, di intuitivo, per sopravvivere in quel mondo borderline fatto di dipendenze, relazioni pericolose, denunce e mestieri nient'affatto legali.
Di certo Rita ha imparato dal social più pervasivo di tutti, TikTok, una grande lezione: per «andare virali» c’è bisogno di un gancio narrativo, di una storia che inchiodi il più possibile le persone al video e di una nuova puntata, puntuale, l’indomani. La sua storia Rita De Crescenzo la racconta in maniera perfetta: l’arco narrativo con caduta, crisi e rinascita è impeccabile, degno di uno sceneggiatore (e chissà che un giorno la "Rita story" non diventi una fiction di Rai 1 tra Napoli e Roccaraso).
Non sappiamo se le cose siano andate davvero così, come le racconta – spesso le carte giudiziarie dicono ben altro della sua vita – eppure la storia è così convincente, ciò che il personaggio dice è così aderente a ciò che avremmo voluto ascoltare, che ci soddisfa: chiude il cerchio, non facciamo swipe sui social né zapping col telecomando. Si tralasciano perfino le sciocchezze sulla politica che ogni tanto va dicendo. Bestialità, appunto.
La conduttrice di "Belve" ha scommesso su questa operazione, tanto da collocare la tiktoker nella prima puntata della nuova stagione. Per Rita è stato un anno d'oro: dopo il caso Roccaraso è stata sdoganata dai talk show nazionali, e il salottino della Fagnani – in onda sulla tv di Stato – è un gran punto d'arrivo. Che la prendano in giro o meno, poco importa: Rita è seduta sullo sgabello su cui, nella stessa puntata, sono state sedute Belen e Isabella Rossellini. Comunque vada, ha vinto lei.
Parimenti, i napoletani che sono indignati hanno ragione ad esserlo per un aspetto: fa un po' rabbia vedere che un profilo del genere riesca a emergere mediaticamente con facilità rispetto a chi si fa il mazzo, nel proprio campo, ogni giorno.
Ma è solo tv. È solo la storia più forte da raccontare ai fini del clamore, non necessariamente la più giusta, la più edificante, la più pulita.