Rifiuti rientrati dalla Tunisia, la Sra: “Rotti i sigilli e c’è un container in più”

Ancora polemiche sui container di rifiuti rientrati dalla Tunisia nel porto di Salerno. L'azienda Sra (Sviluppo Risorse Ambientali), che si trova al centro della vicenda dei container di rifiuti partiti dall'Italia verso la Tunisia e poi rientrati dopo diversi mesi, ha puntato il dito su altri aspetti poco chiari della vicenda. "I container colmi di rifiuti che dovevano tornare indietro dovevano essere 212, ma ce ne sono 213 e nessuno ha assistito ai controlli o alla rottura dei sigilli", ha fatto sapere l'azienda, "nonostante da due anni l'azienda si stia opponendo fermamente all'assurda scelta di rientro".
I legali dell'azienda, Giorgio e Francesco Avagliano, stanno seguendo attentamente la vicenda dopo che anche la popolazione interessata alla possibile area di stoccaggio dei rifiuti ha protestato duramente dopo il rientro dei container. "I sigilli sono stati manomessi e i container aperti in Tunisia, poi richiusi da non si sa chi e con sigilli non nostri", spiegano, aggiungendo anche che nel container "supplementare" ci sarebbe materiale bruciato, di non chiara origine. I container al momento sono tutti sotto sequestro da parte dei carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico, ma la questione è più che mai aperta e per il carico della discordia sembra profilarsi un futuro ancora incerto. La stessa Sra ha fatto sapere di essere pronta a rispondere di quello che c'è nei container chiusi dai propri dipendenti prima della spedizione dall'Italia, "ma solo di questi e non di altri".
I rifiuti rientrati fanno parte di una maxi spedizione di 282 container partiti nell'estate 2020 alla volta della Tunisia e stoccati nel porto di Susa. Poi un'indagine per traffico di rifiuti, partita a novembre di quello stesso anno, aveva portato all'arresto di 12 persone ed al sequestro di 212 container che la Regione Campania, a dicembre 2020, si era già impegnata a riportare a Salerno entro 90 giorni. Data promessa ma non mantenuta, tanto che l'azienda proprietaria dei container ha citato in giudizio la Regione Campania, l'Italia e l'azienda di gestione dei rifiuti per 10 milioni di euro.