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Racket al cantiere ad Acerra, ma le vittime si ribellano: tre arresti

Tre arresti per estorsione nel Napoletano: avrebbero imposto il pizzo ad un cantiere di Acerra, ma le vittime hanno denunciato facendo scattare le indagini.
A cura di Nico Falco
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Avrebbero imposto il pizzo sui lavori di ristrutturazione di un edificio ad Acerra, in provincia di Napoli, minacciando uno degli operai al lavoro. Le vittime si sono però rivolte alle forze dell'ordine: in manette, destinatari di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, sono finiti Gennaro Tedesco e Vincenzo Carofaro, rispettivamente 58 e 57 anni, entrambi di Acerra, e il 36enne di Caivano Massimiliano Volpicelli.

I tre sono stati individuati nell'ambito di una indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ed affidata ai carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e della stazione di Acerra; sono accusati di tentata estorsione con l'aggravante del metodo mafioso: per intimorire le vittime si sarebbero presentati come appartenenti ad un clan di camorra attivo nella periferia nord di Napoli. A loro i carabinieri sono arrivati anche grazie all'analisi dei sistemi di videosorveglianza del comune: le immagini delle telecamere hanno permesso di ricostruire il quadro indiziario che ha portato all'ordinanza firmata dal gip.

Gli accertamenti dei militari sono partiti in seguito alla denuncia presentata dagli operai del cantiere, allestito per la ristrutturazione di un edificio di Acerra: tre persone, avevano riferito, si erano presentate mentre erano al lavoro e avevano minacciato i presenti perché riportassero al titolare che, se avesse voluto continuare, avrebbe dovuto pagare. La somma non era stata precisata, probabilmente sarebbe stata quantificata nel corso di un successivo incontro che, viste le indagini e la reazione delle vittime, non c'è però stato.

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