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Pistola e mazza da baseball contro i concorrenti, commercianti arrestati a San Giorgio a Cremano

Arrestati tre commercianti a San Giorgio a Cremano (Napoli): avrebbero aggredito una famiglia concorrente con mazze da baseball e una pistola.
A cura di Nico Falco
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Sono accusati di avere picchiato tre persone dello stesso nucleo familiare, tra cui una donna e un disabile, per costringerle a chiudere il loro negozio, in modo da liberarsi della concorrenza in zona. Con questa accusa sono finiti in manette tre commercianti di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, arrestati dalla Polizia in esecuzione di una ordinanza applicativa della misura cautelare ai domiciliari.

G. R., 57 anni, S. R., 30 anni, e C. P., 45 anni, sono stati bloccati dagli agenti nel pomeriggio di ieri, 5 agosto; i tre sono indiziati, a vario titolo, di tentata estorsione, lesioni personali aggravate, illecita concorrenza con violenza e minacce e di porto di oggetti atti ad offendere. Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli (coordinate dalla Procura della Repubblica), avviate in seguito ad una violenta aggressione avvenuta a San Giorgio a Cremano il 12 marzo scorso: nella circostanza, hanno ricostruito i poliziotti, G. R. e S. R. avevano aggredito tre persone dello stesso nucleo familiare, ferendone gravemente uno a colpi di mazza da baseball sulla testa; non c'erano state conseguenze peggiori soltanto perché poco distante si trovava un poliziotti libero dal servizio che, accortosi di quel pestaggio, era prontamente intervenuto e aveva disarmato uno degli aggressori; contestualmente i due avevano minacciato le vittime di morte mostrando una pistola.

Dalle indagini era emerso che il motivo di quella violenta aggressione era la volontà, da parte dei responsabili, di costringere le vittime a chiudere il loro negozio, che si trovava poco distante e trattava lo stesso tipo di merce. Inoltre gli agenti hanno accertato che quello non era stato l'unico episodio: diversi mesi prima c'erano state diverse "imboscate", sempre per lo stesso motivo, da parte dei due insieme a C. P. e ai danni di due delle vittime del 12 marzo.

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