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Permessi di soggiorno a pagamento e migranti truffati: 44 a processo, 21 chiedono di patteggiare

Quasi la metà degli indagati ha chiesto il patteggiamento. L’inchiesta della Procura di Napoli sulle false assunzioni di migranti, che avrebbero pagato fino a 10mila euro con la promessa di un posto di lavoro.
A cura di Nico Falco
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Su 44 indagati, per i quali la Procura di Napoli ha chiesto il processo immediato, 21 hanno chiesto di accedere al patteggiamento: il procedimento è quello relativo all'inchiesta sulle finte assunzioni di migranti, che avrebbero pagato in cambio di un posto di lavoro (e quindi di un permesso di soggiorno) mai arrivato, e che è sfociato nelle misure cautelari nel giugno scorso. Ora sarà il Gup a vagliare l'accordo tra Procura e indagati.

False assunzioni ai migranti, 44 a processo

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, gli indagati si erano fatti consegnare denaro dai migranti con la promessa dell'assunzione e avevano presentato le domande durante il click day; dopo avere incassato i soldi, però, non avevano finalizzato nemmeno un contratto, truffando le vittime e lasciandole in clandestinità. L'inchiesta aveva subìto un'accelerazione dopo la denuncia della premier Giorgia Meloni alla Procura Nazionale Antimafia nel giugno 2024: la premier aveva segnalato che, dal tavolo tecnico costituito per monitorare l'applicazione del decreto flussi per il triennio 2023-2025, era risultato che "da alcune regioni, su tutte la Campania" durante il click day c'era stato "un numero di domande di nulla osta al lavoro per extracomunitari totalmente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro, siano essi singoli o imprese".

L'inchiesta della Procura di Napoli ha portato nel giugno 2025 all'emissione di 45 misure cautelari (11 in carcere e 23 ai domiciliari); gli inquirenti hanno verificato circa 40mila domande e hanno accertato che, ai vertici dell'organizzazione, c'erano tre avvocati del Nolano (ognuno dei quali alla guida di un Caf) e che era coinvolto anche un poliziotto. Nell'affare era entrato anche il clan camorristico Fabbrocino, che, quando non riusciva a guadagnarci sfruttando i contatti con gli avvocati, ricorreva alle estorsioni. I migranti avrebbero pagato fino a 10mila euro per la presentazione della domanda, che veniva pre-caricata sui sistemi attraverso gli Spid di imprenditori compiacenti.

Inchiesta Click Day, la metà degli indagati vuole patteggiare

Tra gli indagati che hanno chiesto di patteggiare ci sono alcuni agenti della Polizia Municipale, avvocati, poliziotti e una quindicina di imprenditori. Altri 19 indagati verranno processati col rito abbreviato mentre quattro hanno optato per il processo ordinario. Grazie alla decisione di patteggiare, la Procura ha sequestrato un appartamento a Sorrento, che sarebbe stato acquistato con proventi illeciti da uno degli avvocati coinvolti. Altri due milioni di euro in beni erano stati sequestrati nel giugno 2025, quando c'era stata l'esecuzione delle misure cautelari.

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