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Omicidio a Torre Annunziata, l’ipotesi: punizione per furto in casa della parente del boss

Alfonso Fontana potrebbe essere stato ucciso per uno “sgarro”, legato a un furto con un bottino da centinaia di migliaia di euro. I killer hanno agito in strada, a pochi passi dal Tribunale.
A cura di Nico Falco
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La morte di Alfonso Fontana, il 24enne ucciso in strada a Torre Annunziata, potrebbe essere collegata a un furto da diverse centinaia di migliaia di euro, consumato nell'abitazione di una parente di un personaggio di spicco della camorra del Napoletano; lo apprende Fanpage.it da fonti qualificate. Uno "sgarro" con relativa punizione, probabilmente poi degenerata in omicidio, su cui si starebbero concentrando in queste ore le ipotesi investigative per fare luce sull'agguato, avvenuto la sera del 7 febbraio lungo il centralissimo corso Umberto I e a pochi passi dal Tribunale.

Agguato a Torre Annunziata, 24enne ucciso davanti ai passanti

Il 24enne, residente nella vicina Castellammare di Stabia, era già noto alle forze dell'ordine; legato alla famiglia malavitosa soprannominata "‘e Fasano", era il nipote dell'ex killer Antonio Fontana, ucciso in un agguato ad Agerola nel 2017; secondo gli inquirenti non avrebbe avuto un ruolo in dinamiche di criminalità organizzata.

Il giovane è stato ammazzato intorno alle 20, quando per strada c'era ancora gente. Probabilmente aveva un appuntamento con quello che sarebbe diventato il suo killer. Sarebbe stato colpito prima ad una gamba, gli altri colpi sarebbero arrivati mentre cercava di scappare; in totale sarebbero stati esplosi una decina di proiettili, da distanza ravvicinata e ad altezza uomo, davanti agli occhi terrorizzati dei passanti, tra cui ci sarebbero stati anche dei bambini. Le indagini sono affidate ai carabinieri di Torre Annunziata, che hanno acquisito le registrazioni di diverse telecamere di sorveglianza.

L'ipotesi del furto nell'abitazione di una parente del boss

L'omicidio potrebbe essere stato non pianificato con quelle modalità, troppo plateali: è verosimile che l'intenzione fosse di portare Fontana in un altro luogo, e che gli spari siano partiti in risposta a un tentativo di fuga. Nel corso delle indagini per la ricostruzione della dinamica, e soprattutto, del retroscena, sarebbero emersi elementi che avrebbero portato alla pista del furto nell'abitazione, avvenuto pochi giorni prima. Il 24enne sarebbe stato ritenuto dalla malavita in qualche modo collegato a quell'episodio e, in quest'ottica, potrebbe essere stato attirato all'appuntamento che poi si è trasformato in una esecuzione.

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