“Non avevano imbracatura né dispositivi di protezione”: la dinamica dell’incidente in cui sono morti tre operai a Napoli

Il cestello elevatore si è piegato all'altezza del sesto piano. I tre operai italiani che erano all'interno sono precipitati nel vuoto per 20 metri. Quando sono arrivati i soccorsi, con l'ambulanza del 118, erano già morti. Il personale sanitario non ha potuto fare altro che constatare il decesso. Questa una prima dinamica dell'incidente sul lavoro avvenuto a Napoli questa mattina, venerdì 25 luglio, alle 9,40 in via San Giacomo dei Capri al Rione Alto, nel quartiere Arenella. Secondo chi è intervenuto per primo, come denunciato dai sindacati degli edili, i tre probabilmente non indossavano i caschi protettivi e non erano nemmeno imbracati, come avrebbero dovuto.
Dalle immagini che Fanpage.it ha potuto visionare, sui corpi ancora presenti nel cortile del condominio a circa 2 ore dalla tragedia, sembrerebbe che gli operai non avessero Dpi e non fossero imbracati. Ma saranno i successivi accertamenti dei periti tecnici della Procura a chiarire se gli operai indossassero correttamente tutti i dispositivi di protezione individuale previsti e se eventualmente i caschi siano siano caduti lontano dai corpi dopo l'incidente o siano stati rimossi subito dopo da qualcuno. Mentre, sempre secondo quanto dichiarato dai sindacati edili, mancherebbe anche il cartello con l'avviso della presenza del cantiere. "Si è piegato il cestello, si è ribaltato – ha commentato a Fanpage.it Giuseppe Mele Fillea Cgil – E i lavoratori sono caduti. E questo dice che probabilmente non erano attaccati. Non vedo nemmeno il cartello di cantiere fuori". Gennaro Di Caprio della Filca Cisl, ha confermato: "Sembrerebbe che i lavoratori non avessero dpi".
Ancora da chiarire la dinamica di quanto accaduto. Sulla vicenda sono aperte le indagini della Polizia di Stato, intervenuta anche con la scientifica. Sul posto anche vigili del fuoco, polizia locale e pm della sezione lavoro della Procura di Napoli. Gli investigatori dovranno accertare cause e responsabilità di quanto avvenuto. Capire perché il cestello elevatore si sia piegato e se gli operai avessero tutti gli strumenti previsti. Secondo le prime informazioni, il montacarichi apparterrebbe alla ditta Pietrolungo, ma sarebbe stato noleggiato da un'altra ditta che ha in carico i lavori. Tra le ipotesi al vaglio, quella che non abbia funzionato il fine corsa del montacarichi. Si sarebbe verificato una sorta di cedimento strutturale.
Le indagini sono affidate al procuratore aggiunto di Napoli, Antonio Ricci, coordinatore della sezione ‘Lavoro e colpe professionali', e al sostituto procuratore Stella Castaldo. Secondo una prima ricostruzione dell'accaduto i tre operai, tutti italiani di circa 50 anni, si trovavano su un cestello che, per cause ancora da accertare, si sarebbe ribaltato facendoli precipitare nel vuoto. Si ipotizza che possa aver ceduto un perno. Gli operai erano impegnati in lavori di manutenzione sulla facciata del palazzo di 6 piani ad angolo tra via Domenico Fontana e via San Giacomo dei Capri. Assieme ai corpi nel cortile sono state ritrovate anche delle guaine per la coibentazione, probabilmente per il tetto o la facciata.
I sindacati degli edili sul crollo dell'impalcatura a Rione Alto
Sul luogo dell'incidente sono arrivati subito i sindacati degli edili Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil. "Si è piegato il cestello, si è ribaltato – commenta a Fanpage.it Giuseppe Mele Fillea Cgil – E i lavoratori sono caduti. E questo dice che probabilmente non erano attaccati. Questi sono omicidi, non incidenti. I miei funzionari non hanno visto questo cantiere. Non vedo nemmeno il cartello di cantiere fuori. Stiamo facendo le verifiche per capire. È follia pensare di lavorare senza una imbracatura. Oggi tre persone non tornano a casa. Sta diventando troppo pesante per questo Paese. Ma sarà la magistratura a capire". Mentre Gennaro Di Caprio della Filca Cisl, aggiunge: "Sembrerebbe che i lavoratori non avessero dpi. Bisogna fare prevenzione, già a partire dalle scuole".
Vincenzo Puggillo, della Feneal Uil, commenta: "Siamo di fronte all'ennesima tragedia sul lavoro, indipendentemente dalla sicurezza. Non ho certezza se avessero i dpi e se fossero ancorati. Ma la cosa grave è che tre vite umane sono andate via. Non tornano a casa. Noi siamo in contatto costantemente con la prefettura di Napoli, facciamo tavoli sulla sicurezza, per contrastare questi fenomeni. Asl e ispettorato controllano i cantieri continuamente. Gli enti bilaterali come Formedil e Aslen, centro di formazione e sicurezza di Napoli, ogni giorno vanno sui cantieri con ispezioni preventive per vedere se gli operai hanno i dpi di sicurezza e se le impalcature sono a norma di legge. Ma questi eventi non ci danno ancora ragione. È un problema di cultura della sicurezza".