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Covid 19

Niente ristori Covid a Napoli agli scuolabus, esclusi dal Decreto: non hanno il contratto col Comune

Niente ristori Covid a Napoli per gli scuolabus che non hanno potuto lavorare in questi mesi a causa della sospensione delle lezioni in presenza. Il motivo? Non hanno un contratto col Comune, senza il quale sono esclusi dal Decreto del Ministero dei Trasporti del 4 dicembre scorso. Doccia gelata per i 150 autisti di scuolabus partenopei, colpiti duramente dalla crisi.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Niente ristori Covid a Napoli per gli scuolabus che non hanno potuto lavorare in questi mesi a causa della sospensione delle lezioni in presenza. Il motivo? Non hanno un contratto col Comune, senza il quale sono esclusi dal Decreto del Ministero dei Trasporti del 4 dicembre scorso. Una bella doccia gelata per i circa 150 autisti di scuolabus partenopei, colpiti duramente dalla crisi. “Senza una modifica del Decreto – scrivono gli uffici comunali in risposta ad una richiesta di chiarimento dell'assessore alla Scuola Annamaria Palmieri – non potranno accedere al beneficio”.

Il Comune: "Senza contratto, fuori dai ristori"

Dopo le proteste di ottobre degli scuolabus, la vertenza dei lavoratori era stata raccolta dai consiglieri Roberta Giova e Diego Venanzoni (La città) e Ciro Langella (gruppo misto di maggioranza). "È uno scandalo – commentano i consiglieri Giova e Venanzoni – si intervenga subito a sostegno dei lavoratori". “Il finanziamento del Ministero Infrastrutture e Trasporti – spiega la nota degli uffici tecnici comunali all'assessore Palmieri – afferisce al Decreto del Mit 4 dicembre 2020 avente ad oggetto “Misure per ristorare le imprese esercenti servizi di trasporto scolastico delle perdite di fatturato derivanti dall’emergenza epidemiologica Covid19”, che all’articolo 1 comma 2 stabilisce che il contributo del Decreto “è destinato ai Comuni interessati per ristorare le imprese esercenti i servizi di trasporto scolastico delle perdite di fatturato subite, nel periodo intercorso dalla sospensione dei servizi e fino al termine dell’anno scolastico 2019-20 a causa dell’emergenza epidemiologica Covid19”.

Al comma  del successivo articolo 2 inoltre è specificato che “le risorse disponibili sono assegnate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a ciascun Comune che avanza apposita richiesta e che poi provvede all’erogazione del contributo alle singole imprese” che fanno domanda, esercenti servizi di trasporto scolastico in forza di uno o più contratti con esso conclusi. Qual è il problema? Che a Napoli “il servizio scolastico del Comune viene erogato da 148 operatori titolari di autorizzazione NCC, temporanea e non cedibile, che senza alcun onere a carico del Comune, espletano il servizio per lo svolgimento delle attività scolastiche ed extra scolastiche autorizzate dalle competenti autorità (Provveditorato, Capi di Istituto o dai Comuni), come prevede una delibera del 5 luglio 2020. Il Comune di Napoli non disponendo di un servizio reso sulla base di contratti conclusi con esercenti di servizi di trasporto scolastico, non può accedere al beneficio di cui al Decreto del MIT 4 dicembre 2020 se non interviene una modifica del Decreto”.

Venanzoni e Giova: "Napoli unica in Italia in questa situazione"

"Sorpresa amara per gli scuola bus del comune di Napoli – commentano Roberta Giova e Diego Venanzoni – Un dramma nei fatti. Ecco cosa hanno prodotto 10 anni di non governo al comune di Napoli nel settore della scuola. Quella dell'amministrazione comunale di Napoli è di fatto l'unica esperienza amministrativa in Italia per cui non avendo un rapporto diretto attraverso un contratto di servizio con gli oltre 100 titolari di scuola bus, gli stessi non potranno accedere alle misure di ristoro previste dal governo. Vorremmo ricordare che a suo tempo nella prima emergenza pandemia fummo davvero da soli a chiedere alla regione Campania misure di ristoro per gli scuola bus. La risposta fu ovviamente positiva. Non ci resta che lavorare in maniera concreta nella prossima consiliatura".

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