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Elezioni Regionali 2025

Nella nuova giunta della Campania di Fico ora c’è l’alt ai consiglieri-assessori per bloccare l’effetto domino

Ci sono tanti (troppi) nomi possibili per la nuova giunta regionale della Campania targata Roberto Fico.
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Enzo Cuomo, Roberto Fico, Mario Casillo
Enzo Cuomo, Roberto Fico, Mario Casillo
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Qualcuno con perfidia ha detto che in Campania ci sono oggi più nomi di papabili assessori che di votanti alle Regionali. In effetti nella frase sarcastica c'è del vero: passano i giorni – dall'elezione di Roberto Fico ne sono trascorsi quasi nove – e si moltiplicano gli aspiranti ad un posto in giunta regionale in Campania. Come già spiegato, l'ex presidente della Camera ha intenzione sicuramente di ascoltare i partiti della sua coalizione ma non vuole far diventare la sua prima squadra di governo una sintesi degna d'un Manuale Cencelli edizione 2025. Fico sente la responsabilità del primo importante ruolo di governo locale per il Movimento Cinque Stelle (è vero, c'è la Regione Sardegna ma la Campania è sotto i riflettori e soggetta a ben altre attenzioni locali e nazionali).

Dunque che si fa? Si stracciano liste di papabili e ci si affida all'istinto? Nemmeno questo è possibile. A Fico serve anche qualcuno che abbia esperienza solida in una macchina amministrativa kafkiana, infernale. Il Pd area Schlein, azionista di maggioranza del campo largo campano, ha ben chiaro che il vicepresidente deve essere Mario Casillo. Quest'ultimo spera nella delega ai Trasporti (ma si parla dell'Urbanistica) per il suo contributo nel risultato elettorale ma anche per la sua profonda conoscenza dei meccanismi amministrativi. L'altro nome Dem è quello del sindaco di Portici Enzo Cuomo, altro nome di rilievo dell'area metropolitana di Napoli, altro grande conoscitore dei meccanismi di governo regionale. Nel Movimento Cinque Stelle, a Roma come a Napoli, qualcuno teme che con due personaggi di tale esperienza Fico rischi di non "toccar palla" nelle decisioni strategiche dei mesi a venire.

Dopodiché, questo è il ragionamento di molti del campo largo, non bisogna scompaginare l'assetto del nuovo consiglio regionale della Campania. Vale a dire: sta maturando in molti il ragionamento secondo cui i consiglieri eletti dovrebbero fare solo i consiglieri, rinunziando ad ogni velleità di nomina ad assessore regionale. Ciò cosa comporterebbe? Anzitutto di evitare l'effetto domino con dimissioni dall'Aula e conseguenti ripescaggi dei non eletti.

Una scelta del genere farebbe comodo al Pd, ad esempio, dove eventuali consiglieri nominati assessori scompaginerebbero gli equilibri di correnti, fondamentali per l'assetto del congresso provinciale a Napoli. Ma c'è un'area che comprende Pd e M5s che ad esempio vorrebbe scongiurare anche imbarazzanti ripescaggi di non eletti come Armando Cesaro, coordinatore regionale di Italia Viva, candidato con "Casa Riformista" ma per molti ancora un berlusconiano.

Dunque l'idea di ricorrere a personalità esterne alla politica, addirittura – se ne sta parlando – anche non campane – per gli assessorati come la Sanità si fa largo. O è solo un modo per allentare la pressione dei partiti in queste ore e consentire al governatore eletto di attendere con serenità la proclamazione da parte della Corte d'Appello, procedere al passaggio di testimone con Vincenzo De Luca e poi finalmente iniziare il lustro di lavoro a Palazzo Santa Lucia.

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