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Negozi della camorra, sequestro da 10 milioni di euro al clan Mallardo

La Polizia di Stato ha sequestrato beni per 10 milioni di euro, tra Napoli e provincia, riconducibili ai Mallardo, clan di camorra egemone a Giugliano. Destinatario del provvedimento Salvatore Lucente, genero del superboss Francesco Mallardo. Sotto chiave appartamenti, società e attività commerciali, intestati al 37enne e alla moglie e ritenuti acquistati con denaro proveniente da attività illecite.
A cura di Nico Falco
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Terreni, appartamenti, anche attività commerciali come rivendite di fuochi d'artificio e di noleggio automobili: tutto, secondo gli inquirenti, riconducibile al clan Mallardo di Giugliano e finito sotto chiave in una operazione messa a segno all'alba di oggi, 2 aprile, dalla Polizia di Stato della Questura di Napoli. Il blitz, che ha interessato vari comuni della provincia, ha portato al sequestro di beni finalizzato alla confisca per un valore complessivo stimato in circa 10 milioni di euro. Destinatario del provvedimento è Salvatore Lucente, genero di Francesco Mallardo, detto Ciccio ‘e Carlantonio, capoclan attualmente detenuto; i beni erano intestati a lui e alla moglie e secondo le indagini sono stati acquistati con denaro proveniente dalle attività illegali.

Lucente, 37 anni, nel maggio 2018 è stato condannato a 13 anni e 4 mesi di reclusione (pena confermata il 19 giugno 2020 dalla Corte di Appello di Napoli) per associazione di tipo mafioso, intestazione fittizia aggravata, violazione di sigilli aggravata e falso aggravato, con contestuale confisca dei beni ed è attualmente detenuto. Secondo gli inquirenti ricopre un ruolo di vertice all'interno del clan Mallardo non solo per aver sposato la figlia del superboss, ma è anche il "braccio economico" del clan: ha contribuito a realizzare un impero imprenditoriale composto da aziende operanti nel settore dei supermercati, della commercializzazione dei latticini, dei fuochi pirotecnici e della produzione e distribuzione del pane, esercitato in regime di oligopolio attraverso la minaccia e la violenza.

L'operazione è stata svolta tra Napoli, Giugliano in Campania, Villaricca, Casoria e aree limitrofe dagli agenti della Divisione Anticrimine – sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali della Questura di Napoli. In particolare, gli agenti hanno sequestrato la totalità delle quote sociali e l’intero patrimonio di quattro società, 8 locali afferenti alle attività sequestrate, un’autorimessa, due terreni, due appartamenti, due negozi, due motoveicoli ed un autoveicolo, un locale deposito, il 50% di un’imbarcazione, 29 tra rapporti bancari e depositi e la somma di 25 mila euro.

Il clan Mallardo, uno dei principali malavita organizzata di Napoli e provincia, è coi Contini e i Licciardi tra i fondatori dell'Alleanza di Secondigliano, ovvero uno dei due cartelli (l'altro è quello dei Mazzarella) che costituiscono i due macro gruppi della camorra e a cui sono collegati i numerosi clan cittadini. Un anno fa il clan Mallardo fu colpito da un altro blitz, quella volta della Guardia di Finanza: gli investigatori delle fiamme gialle, dopo aver ricostruito con una lunga e articolata indagine i sistemi di riciclaggio, avevano sequestrato oltre 100 abitazioni, 15 società, conti correnti, automobili di lusso, due scuderie ippiche oltre ad altri beni, per un valore complessivo di 50 milioni di euro.

La rete imprenditoriale del blitz dello scorso aprile non si estendeva soltanto su Napoli e provincia ma aveva ramificazioni anche a Roma, Latina, Firenze, Pisa e Venezia. In quella indagine era stato inoltre individuato quello che gli inquirenti ritenevano una sorta di tesoriere del clan, Carmine Maisto, che aveva costruito un impero del riciclaggio basato su strutture alberghiere, società immobiliari, complessi di edilizia residenziale e stabilimenti balneari costruendo una "lavanderia" per ripulire il denaro proveniente dagli affari illeciti.

(articolo aggiornato il 2 aprile alle ore 14:20)

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