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Napoli, sciopero degli asili comunali l’11 settembre. Cgil, Cisl e Uil: “No a privatizzazione”

I sindacati Cgil, Cisl e Uil proclamano 7 giorni di sciopero a settembre per il comparto scuola comunale: asili nido e scuole dell’infanzia.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Immagine di repertorio
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"No al rischio di privatizzazione per gli asili nido e le scuole d'infanzia del Comune di Napoli". I sindacati Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl proclamano "lo sciopero generale per tutto il personale del settore per una settimana a partire dall’11 settembre 2025". I sindacati ricordano che nella vertenza in atto con l'amministrazione hanno tenuto una "posizione di dialogo costruttivo e propositivo". Ma questo atteggiamento "non è stato apprezzato. Tanto che nell’incontro del 16 luglio – scrivono Luciano Nazzaro e Danilo Criscuolo (Fp Cgil), Agostino Anselmi e Giuseppe Ratti (Cisl Fp), Annibale De Bisogno e Ida Grassia (Uil Fpl) – l’amministrazione pensa bene di rivedere ingiustificatamente accordi contrattuali decennali quasi a penalizzare un personale già particolarmente in sofferenza per le tante criticità da affrontare quotidianamente per garantire i servizi alle famiglie. Non vorremmo che qualcuno volesse sconfessare le prerogative sindacali, le rappresentanze sociali dei 5mila dipendenti comunali".

I motivi della protesta dei sindacati della scuola

Ma quali sono i motivi della protesta? Nel volantino sindacale, firmato dai tre sindacati confederali, si legge: "Non vorremmo che fosse messa in discussione l’offerta pubblica, il servizio pubblico. Non avere risposte concrete da mesi sui servizi in questione e per lavoratrici e lavoratori del settore, ci ha spinto il 3 giugno 2025 a proclamare lo stato di agitazione di tutto il personale educativo e scolastico, ma ad oggi questo viene completamente ignorato dai vertici comunali. Una posizione estremamente rigida e miope, incurante delle rappresentanze sindacali, nonostante la disponibilità manifestata a CGIL CISL e UIL dal Sindaco per trovare soluzioni anche nella promozione del benessere lavorativo del personale coinvolto, arginare le problematiche che interessano tanti plessi e strutture e nel scongiurare logiche di privatizzazione dei servizi educativi all’infanzia comunali. Una disponibilità da parte del Presidente dell’Anci che abbiamo particolarmente apprezzato anche nella prospettiva di farsi carico di queste tematiche anche a livello nazionale. Una disponibilità che, malgrado l’esito negativo delle procedure di raffreddamento in prefettura, ci ha portati a partecipare, con grande senso di responsabilità, ai tavoli di confronto proposti. Tavoli che ci hanno visto ancora una volta protagonisti nella discussione di merito per l’implementazione dell’offerta e dei contenuti formativi del personale così come proposto dal Servizio Centrale del Sistema Integrato 0/6 anni comunale".

E concludono:

"Siamo particolarmente preoccupati per un cambio repentino di rotta nella promozione dell’offerta pubblica nella nostra città, come se questi servizi – ormai essenziali – fossero un peso amministrativo ed economico, un lusso. Parliamo di scelte amministrative a dir poco rigide che, di volta in volta, nei fatti minano l’armonico sviluppo dell’offerta alla cittadinanza. Di scelte “sorde” alle criticità rappresentate più volte sul piano organizzativo e gestionale che compromettono la buona riuscita delle attività e il benessere lavorativo. Senza dimenticare i mancati interventi richiesti da anni su strutture e plessi anche funzionali al raggiungimento degli obiettivi prefissati a livello nazionale ed europeo che vedono lo stesso Sindaco impegnato in prima persona, in qualità di commissario. In altre parole, ci chiediamo come sia possibile che in una fase delicata per uscire dal Commissariamento del Comune di Napoli per non aver raggiunto ancora gli obiettivi del 33% dell’offerta 0/6 alla cittadinanza, le tante criticità più volte denunciate da CGIL, CISL e UIL rispetto all’organizzazione del lavoro, la mancanza di uniformità del funzionamento, all’organizzazione e all’offerta formativa, la corretta attribuzione degli istituti contrattuali, nonché la mancata risoluzione della disparità di trattamento del personale educativo a parità di mansioni e di responsabilità, vengono completamente ignorate".

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