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Covid 19

Napoli è zona rossa, ma a Corso Garibaldi si gioca a calcio di notte

Napoli è zona rossa dal 15 novembre, ma a Corso Garibaldi, in pieno centro storico e a due passi dalla Stazione Centrale, si gioca a calcio in piena notte. Una partitella tra ragazzi durata diverse ore, dalle 23 circa, fino alle 3 di notte, secondo gli abitanti della zona, in spregio a tutte le regole di sicurezza in periodo di emergenza Coronavirus.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Napoli è zona rossa dal 15 novembre, ma a Corso Garibaldi, in pieno centro storico e a due passi dalla Stazione Centrale, si gioca a calcio in piena notte. Una partitella tra ragazzi durata diverse ore, dalle 23 circa, fino alle 3 di notte, secondo gli abitanti della zona. Certamente, la situazione attuale non è facile da vivere per un ragazzo. Le scuole sono chiuse, infatti, e le lezioni si tengono online con la didattica a distanza. Inoltre, a causa della zona rossa in Campania, dichiarata dal Governo per ridurre il rischio contagio da Coronavirus, i giovani sono costretti a restare a casa tutta la giornata, a meno di dover uscire per fare la spesa o per motivi di salute. Ma è chiaro che organizzare una partita in strada è del tutto fuori dalle regole e irresponsabile, considerati i grandi sacrifici che tutte le famiglie stanno facendo per contrastare il virus e le morti che si stanno registrando in Campania, soprattutto tra gli anziani.

Già nel primo giorno della zona rossa, il 15 novembre scorso, piazza Mercato, al centro storico, si è trasformata in un campo di calcio, per un match in pieno giorno, attorno alle 12, con tanto di porte disegnate per terra con la vernice, peraltro in una piazza appena restaurata con i fondi Unesco. Il tutto sotto gli "occhi della  videosorveglianza comunale che in quella zona ha numerose telecamere. La partitella, piuttosto accesa e partecipata, è andata avanti fino alle 13.45, quando si è palesata una pattuglia dei carabinieri. Nella notte di ieri, i ragazzi sono tornati alla carica questa volta portando le porte a tre dimensioni. Bloccati in questa occasione dall'intervento di una pattuglia dell'Esercito.

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