Naim, palestinese tifoso del Napoli: “A Gaza non abbiamo nulla. Sogno di vedere l’Italia, il Maradona e la libertà”

"Sono passati tre giorni da quando ci hanno fatto gli ‘auguri' per il cessate il fuoco. Ma qui, a Gaza, la felicità non è ancora arrivata. Non c'è elettricità. Il cibo è poco. Eppure non ho smesso di sognare. Continuo a credere che un giorno vedrò l’Italia. Napoli. Mi immagino sugli spalti del Diego Armando Maradona, con la maglia azzurra addosso, a respirare libertà e vivere, anche solo per un momento, ciò che finora ho soltanto immaginato". Sono le parole di Naim Rayyan, giovane palestinese e grandissimo tifoso del Napoli, affidate ad un post sulla pagina Instagram di briganti_official, che conta oltre 80mila follower.
La passione per il Napoli di Naim, palestinese di Gaza
Una passione viscerale per il club azzurro, che Naim ha sempre portato in alto, anche nei giorni più difficili del conflitto, con il bombardamento in corso su Gaza City. Naim ha continuato a seguire il Napoli ed ha festeggiato la vittoria del quarto scudetto, il 23 maggio scorso, pubblicando la foto con la maglia azzurra e la bandiera del club. "Tra le rovine di Gaza e il frastuono del dolore – ha scritto – l’amore per Napoli resta una fiamma inestinguibile… perché la speranza, come il calcio, non conosce l’impossibile. Il Napoli vince il campionato italiano per la quarta volta. Oggi sono la persona più felice del mondo".
Oggi, tramite la pagina di briganti, è tornato a scrivere: "Sono passati tre giorni da quando ci hanno fatto gli “auguri” per il cessate il fuoco. Ma qui, a Gaza, la felicità non è ancora arrivata: la vita continua a girare dentro un cerchio stretto di ansia e stanchezza. L’elettricità non c’è più. La notte è così buia che sembra inghiottire anche i rumori. Ci affidiamo alla luce smunta di un telefono o a una candela che dura un attimo e poi si arrende. L’acqua arriva di rado, e parlare col mondo fuori è diventato un lusso".
"Qualcosa, sul piano umanitario, è migliorato – aggiunge nel post – a volte riusciamo ad avere un po’ più di cibo. Ma la vera difficoltà non è trovarlo: è poterlo comprare. Da tempo non ho un lavoro, non ho entrate, e tutto pesa il doppio: il pane, l’acqua, persino i gesti più semplici della giornata. Ci arrangiamo come possiamo, dividendo quel poco che abbiamo e ringraziando Dio perché, nonostante tutto, siamo ancora qui. Eppure non ho smesso di sognare. Continuo a credere che un giorno vedrò l’Italia. Napoli. Mi immagino sugli spalti del Diego Armando Maradona, con la maglia azzurra addosso, a respirare libertà e vivere, anche solo per un momento, ciò che finora ho soltanto immaginato. Forse sembra un sogno da niente. Ma qui, a Gaza, ha il sapore di un miracolo. Sogniamo ancora, perché i sogni sono l’unica cosa che non è stata bombardata".
