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Muore a 63 anni dopo un malore a Scampia, inchiesta sui tempi di soccorso. Il 118: “Noi presi a pugni”

La Procura di Napoli ha avviato una inchiesta sul decesso del 63enne di Scampia Francesco Murolo. I familiari lamentano un ritardo nei soccorsi mentre l’equipaggio del 118 riferisce di essere stato aggredito e di essere stato costretto a trasportare il corpo in ospedale nonostante fosse già morto. La salma è stata sequestrata ed è stata acquisita la documentazione clinica.
A cura di Nico Falco
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Due versioni opposte. Da una parte i sanitari del 118, che dicono di essere stati aggrediti da una folla di persone, di essere stati picchiati e di essere stati costretti a trasportare l'uomo in ospedale nonostante fosse già morto. Dall'altro, i familiari del paziente, che al contrario lamentano forti ritardi nei soccorsi e replicano ammettendo che sì, i toni si sono infuocati, ma che nessuno ha toccato i soccorritori e che, soprattutto, il paziente era ancora vivo. Dovrà essere la Procura a fare chiarezza sul decesso di Francesco Murolo, 63enne residente delle Vele di Scampia, morto la scorsa notte in seguito a un malore.

I fatti sono avvenuti la notte appena trascorsa, nella periferia nord di Napoli. La chiamata al centralino del 118 è arrivata alle 23:30: il 63enne aveva avuto un malore e aveva perso conoscenza. Da quel punto, le due versioni divergono. La versione dei soccorritori del 118 è stata rilanciata dall'associazione Nessuno Tocchi Ippocrate che, sulla base delle segnalazioni dai territorio, evidenzia gli episodi di violenza ai danni del personale sanitario (questo è il numero 51 del 2020). "L'equipaggio in pochi minuti era sul posto, ed al loro arrivo hanno trovato un gruppo di persone che li ha accolti con calci e pugni all'indirizzo del mezzo di soccorso. I sanitari, con grande difficoltà e spintonati, fanno 10 piani a piedi fino all'appartamento del paziente, che ormai veniva rinvenuto livido (deceduto da diverso tempo). Attorno a lui una cinquantina di persone. Dopo la dichiarazione di decesso da parte del medico inizia una serie di improperi e pugni, uno di questi colpisce il medico in regione occipitale procurandogli un ematoma. Sotto minaccia il personale ha dovuto comunque trasportare il paziente (già rinvenuto senza vita) al Cardarelli seguiti da una orda di persone".

Il corpo dell'uomo, inizialmente trasportato al Cardarelli, è stato successivamente trasferito all'obitorio del Policlinico Federico II. Nel primo ospedale è intervenuta una pattuglia della Polizia di Stato. Agli agenti i familiari hanno raccontato una versione diversa: hanno ammesso che i toni si erano scaldati, ma hanno precisato che nessuno ha aggredito i soccorritori e che le proteste erano per il tempo impiegato: dal primo allarme all'arrivo dell'ambulanza, alle 00.15, erano passati 45 minuti. Soprattutto: hanno affermato che l'uomo era ancora vivo e che sono stati i sanitari a decidere per il trasporto in ospedale. La volante ha rintracciato anche l'equipaggio del 118 intervenuto, che nel frattempo era tornato alla postazione Secondigliano, e il medico ha riferito degli insulti e di essere stato colpito con un pugno ma di non essersi fatto refertare e di non avere intenzione di sporgere denuncia. La Procura di Napoli ha disposto il sequestro della salma in vista dell'autopsia e l'acquisizione di tutti di dati relativi all'intervento, sia quelli della centrale operativa del 118 e dell'equipaggio, sia quelli del Cardarelli.

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