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Morto Philippe Daverio, di Napoli disse: “È la California d’Europa”

Morto Philippe Daverio, storico dell’arte, docente universitario e volto noto della televisione italiana. Di Napoli amava dire che fosse la “California d’Europa”, che come quella degli Stati Uniti d’America “ha tutto, dal turismo alle pere”. La sua scomparsa ha smosso anche il mondo politico italiano.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Morto Philippe Daverio, già storico dell’arte, docente universitario ma anche volto noto della televisione nostrana. Daverio, nato da padre italiano (il costruttore Napoleone Daverio) a Mulhouse, nell'Alsazia francese, è morto all'età di 70 anni. Quarto di sei figli, fin da piccolo ha vissuto anche in Italia, studiando a Varese prima e Milano poi. Diventato storico dell'arte e docente universitario, era solito apparire anche in trasmissioni televisive come ospite, quasi sempre per argomenti legati alla cultura e all'arte.

Anche a Napoli era conosciutissimo: spesso aveva visitato la città e ne aveva esaltato le bellezze, anche quelle meno "comuni", talvolta non nascondendo una velata ironia. Come quando disse che il Centro Direzionale del capoluogo partenopeo "funziona come armonia quando ci passi sopra in aereo, nel vedere la città assolutamente futura e il Vesuvio insieme. Ma se ci vai dentro", aggiunse, "manca la cura del dettaglio di tipo chirurgico che lo leghi al resto dell’impianto“. Ma di Napoli amava anche dire che fosse la California d'Europa, che come lo stato americano "ha tutto, dal turismo alle pere", e che avrebbe dovuto puntare sul restauro del passato, ma anche "riconsiderarlo, tenere la parte di qualità, ma anche demolire. Le case intorno a Oplonti o Ercolano, ad esempio. Napoli ha i numeri per dichiararsi laboratorio in questo", spiegò in una intervista. La notizia della sua morte ha colpito anche il mondo politico. Emanuele Fiano (Partito Democratico) lo ha ricordato come "uomo di grande cultura, simpatia e umanità". Anche l'Anpi provinciale di Milano ha parlato di "una gravissima perdita per il Paese, per Milano, per la cultura, per tutti noi", come spiegato dal presidente locale Roberto Cenati.

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