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Morto di Covid Vincenzo Di Iorio, re del torrone in Irpinia: lutto cittadino a Pietradefusi

Il patron dell’omonimo torronificio di Pietradefusi, nella provincia di Avellino, è deceduto a causa del Coronavirus, a 77 anni, nell’ospedale di Ariano Irpino. Per la morte del re del torrone irpino, l’amministrazione comunale di Pietradefusi ha proclamato il lutto cittadino: “Persona stimata ed amata da tutta la comunità”.
A cura di Valerio Papadia
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Grave lutto a Pietradefusi, piccolo centro della provincia di Avellino: è morto a 77 anni, a causa del Coronavirus, Vincenzo Di Iorio, re del torrone in Irpinia e patron dell'omonima azienda, produttrice di torrone dal 1750. Dopo la sua positività al Sars-Cov-2, Di Iorio era stato ricoverato all'ospedale Sant'Ottone Frangipane di Ariano Irpino, dove purtroppo è deceduto. La morte del patrone del noto torronificio ha lasciato sgomenta la comunità di Pietradefusi, dove il sindaco, Giulio Belmonte, ha proclamato il lutto cittadino.

In un lungo post, l'amministrazione comunale ha voluto ricordare Vincenzo Di Iorio: "Con commozione, il sindaco e l'amministrazione comunale, esprimono profondo cordoglio e sincera vicinanza alla famiglia Di Iorio, in questa difficile prova che la vita ha posto sul loro cammino, per la terribile, insensata, ingiusta scomparsa del carissimo Enzo; persona stimata ed amata da tutta la comunità, amico di tutti, con il suo sorriso, con la sua ilarità, con il suo amore per la vita, con mille e mille storie ancora da raccontare attraverso la sua ironia. Ma il ricordo vivrà per sempre perché ‘coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano, ma sono ovunque noi siamo' (Agostino D'Ippona). È intenzione di questa amministrazione proclamare lutto cittadino".

Il torronificio Di Iorio, come detto, è presente sul mercato dal 1750, uno dei marchi italiani più antichi. Vincenzo Di Iorio era subentrato al padre Federico alla guida dell'azienda trent'anni fa, nel 1990, ma ha presto voluto accanto a sé i figli Anna e Federico, che adesso tengono in mano le redini del torronificio.

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