Morto a Napoli Michele Morello, il “giudice galantuomo” che assolse Enzo Tortora

Lutto nel mondo della magistratura italiana: è morto nelle scorse ore il giudice Michele Morello, 93 anni, il cui nome resta legato soprattutto all'assoluzione del presentatore televisivo Enzo Tortora in sede di processo d'appello. I funerali si terranno domani venerdì 10 ottobre nella chiesa della Santissima Trinità in via Tasso a Napoli. Morello era anche il padre di Tullio Morello, attuale componente del Consiglio Superiore della Magistratura.
Detto "il giudice galantuomo" per la sua preparazione, gentilezza ed onestà intellettuale, fu protagonista di una lunga carriera: pretore, giudice del Tribunale di Napoli prima e in Corte d'Appello poi, quindi procuratore aggiunto alla Procura Circondariale e procuratore generale a Campobasso. Ma indubbiamente il suo caso più noto fu quello relativo ad Enzo Tortora, il presentatore televisivo considerato uno dei "padri fondatori" della tv pubblica italiana, che era stato arrestato il 17 giugno 1983 dai Carabinieri, con l'accusa di traffico di stupefacenti e associazione di stampo camorristico.
Accuse che poi, dopo una prima condanna in primo grado di giudizio, si rivelarono completamente false: il 15 settembre 1986 Enzo Tortora fu assolto con formula piena dalla Corte d'appello di Napoli, con Michele Morello giudice. Le accuse erano state completamente smontate, tanto che per gli accusatori, tutti legati al mondo della camorra, iniziò un processo per calunnia. L'assoluzione di Tortora fu poi confermata dalla Corte di Cassazione il 13 giugno 1987 (il presentatore morì poi un anno dopo, il 18 maggio del 1988, per un tumore ai polmoni a soli 59 anni), mentre Morello lasciò il suo segno anche in altri importanti processi, come quello sui trattamenti subiti dai detenuti del carcere di Secondigliano negli anni Novanta.