Morte di Mario Paciolla, le reazioni all’archiviazione del caso: “Subito in piazza coi genitori”

Sono numerose le reazioni di sgomento e di amarezza per la decisione del Tribunale di Roma di archiviare il caso di Mario Paciolla, il cooperante italiano morto in Colombia nel 2020, come suicidio. Dalla politica ma anche dalle associazioni e dalla società civile sono arrivati messaggi di sostegno alla famiglia, ai genitori di Mario, Anna Motta e Pino Paciolla, ma anche una determinazione a voler continuare la battaglia. "Ma è stato ucciso" si ripete da più parti. Il Comitato Verità e Giustizia per Mario Paciolla ha convocato un presidio immediato, alle ore 19:00 a Piazza Municipio, sotto la sede della giunta comunale di Napoli.
Commenti indignati da Pd, M5S, AVS ed Azione
Tra le prime reazioni dopo l'annuncio da parte della famiglia e dell'avvocata Alessandra Ballerini della decisione da parte del Tribunale di Roma di archiviare il caso di Mario Paciolla, ci sono stati i parlamentari che da sempre sono stati vicini ai genitori ed al comitato per chiedere verità e giustizia. "Siamo vicini alla famiglia, la decisione del Tribunale ci addolora – scrivono in una nota Marco Sarracino e Sandro Ruotolo del Partito Democratico – la famiglia e gli amici sanno che Mario si sentiva in pericolo, che stava per rientrare in Italia, e aveva manifestato la volontà di parlare di ciò che aveva visto. Mario merita verità e giustizia" scrivono gli esponenti dem. "Tutte le indagini svolte ci dicono che Mario non si è tolto la vita ma è stato ucciso" commentano con una nota si senatori del Pd Susanna Camusso, Filippo Sensi, Cecilia D'Elia e Tatiana Rojc. "Ci lascia stupiti e con un forte disagio la scelta di archiviare il caso da parte del Tribunale di Roma, continueremo a batterci nelle sedi istituzionali e parlamentari affinché l'inchiesta venga riaperta". Marco Lombardo, senatore di Azione, lancia la proposta di una commissione parlamentare d'inchiesta:
"Se non si supera l'ostacolo dell'immunità diplomatica opposta dai funzionari Onu non si troverà mai la strada per accertare la verità processuale" scrive in una nota. "Ci restano due strade, la prima coinvolge il governo ed il Ministro degli Esteri che deve chiedere alle autorità colombiane e all'Onu di collaborare in modo leale per accertare le responsabilità penali. La seconda tocca al parlamento ed è quella della creazione di una commissione parlamentare d'inchiesta". Ribadisce impegno politico e personale il portavoce dei Verdi e deputato di Avs, Angelo Bonelli: "Condivido e comprendo l'amarezza ed il dolore per una decisione che lascia ferite profonde – scrive il leader dei Verdi – la battaglia per la giustizia per Mario non deve e non può fermarsi qui, i genitori di Mario non saranno lasciati soli". Dal Movimento 5 Stelle arriva il commento del deputato Dario Carotenuto, da sempre vicino alla famiglia Paciolla nelle loro battaglie. "Voglio leggere le carte per capire le motivazioni – scrive in una nota – anche perché tutti gli elementi in nostro possesso sembrerebbero escludere l'ipotesi del suicidio. Sono vicino ai genitori e continuo a sostenere la richiesta di verità". Alcuni dei parlamentari campani saranno presenti al presidio convocato dalla famiglia Paciolla questa sera in Piazza Municipio davanti alla sede della giunta comunale presieduta dal Sindaco Gaetano Manfredi.
Le associazioni e i sindacati: "Dolore e sconcerto"
Libera di Don Ciotti è stata molto impegnata negli ultimi mesi a promuovere iniziative sul caso Mario Paciolla, e molte ne sono in programma in diverse città d'Italia nelle prossime settimana, anche con la proiezione dell'inchiesta di Fanpage.it "Mario Paciolla un caso ancora aperto", a cominciare da Giovedì 3 Luglio a Bologna, nel bene confiscato Villa Celestino. "Apprendiamo con dolore, tristezza e sconcerto la decisione di archiviare l'indagine relativa alla morte di Mario – scrivono in una nota – una vita privata di verità e giustizia, è una vita senza libertà e dignità, continueremo a camminare accanto ai genitori ed agli amici di Mario e a lottare con loro". Da più parti arrivano impegni a proseguire la battagli accanto ad Anna e Pino, i genitori di Mario, anche in vista del prossimo 15 luglio, quinto anniversario della morte del cooperante italiano.
Anche il sindacato unitario dei giornalisti FNSI e l'associazione Articolo 21 si sono immediatamente espressi con dolore rispetto alla decisione dei giudici, ma confermando la volontà di proseguire la battaglia in ogni sede necessaria. "La decisione è dolorosa – ha commentato Vittorio Di Trapani, segretario del FNSI – ma nulla cambierà nel nostro impegno. Il giornalismo ha già dimostrato altre volte di aver saputo tenere viva la ricerca della verità". "Condividiamo parola per parola lo sdegno espresso dalla famiglia e dai legali – ha detto Beppe Giulietti, presidente di Articolo 21 – noi non ci arrenderemo e chiediamo agli organismi internazionali di promuovere un'indagine". Articolo 21 fa anche un appello alla direzione della Rai: "È ora di trasmettere finalmente sulle reti Rai l'inchiesta di Fanpage.it sul caso di Mario Paciolla, e di ritrasmettere quella di Valerio Cataldi di RaiNews 24". In piazza oggi a Napoli anche i rappresentanti di Mediterranea Saving Humans, che dai loro canali social hanno ribadito la vicinanza alla famiglia e la volontà di proseguire la battaglia.