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Emergenza lavoro

Il monologo di Giorgio in ‘Così parlò Bellavista’ è la fotografia dei giovani napoletani senza lavoro

Nel film di Luciano De Crescenzo resta attuale la mortificazione e la rassegnazione di Giorgio, il giovane architetto napoletano di buona famiglia disoccupato.
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«Mo' ho capito chi è Giorgio!», dice il perplesso e preoccupato professor Gennaro Bellavista alla moglie, quando apprende che l'adorata figlia Patrizia è incinta. Probabilmente avrete già capito di cosa stiamo parlando: è una delle tante trame annodate in "Così parlò Bellavista", delizioso affresco di Luciano De Crescenzo sulla filosofia partenopea e una certa napoletanità. Giorgio, il fidanzato di Patrizia, è interpretato da un superlativo Geppy Gleijeses che a distanza di quasi 40 anni dal film ne porta una apprezzatissima riduzione in teatro.

Il ruolo di Giorgio, giovane architetto già laureato da un po'  e frustrato per non aver ancora trovato un impiego nella sua città, è tratteggiato così bene dalla penna di De Crescenzo che per certi versi è attualissimo ancor oggi. Non certo per la scena in cui pretende «tremila lire» di benzina nella sua utilitaria: oggi con 3mila lire, pari a un euro e mezzo, nel serbatoio non finirebbe nemmeno un litro di carburante.

È nel suo dignitoso, rassegnato ma non umiliato monologo a tavola con madre (la signora Maria, interpretata dalla grande Isa Danieli) e padre della fidanzata, la scena in cui annuncia il matrimonio con Patrizia (Lorella Morlotti), che Giorgio ci regala un breve, ironico ma amaro monologo che oggi vale ancora per tanti napoletani laureati.

Ragazzi che hanno vissuto e studiato a Napoli, che qui hanno i loro affetti, giovani che amano la loro città e vi vorrebbero restare ma iniziano a rendersi conto del fatto che prima o poi dovranno far fagotto e andarsene se vogliono lavorare e guadagnare uno stipendio degno di questo nome.

Lo dice proprio l'architetto disoccupato alla fidanzata, durante un momento di intimità:

Patrì, se proprio lo vuoi sapere io sto scherzando da 5 anni e scherzando, scherzando ho fatto: 135 domande di assunzione; 46 esami psicotecnici; e ho consegnato più di 100 lettere di raccomandazione e mò, se permetti , mi so scucciato!

Io non ho più intenzione di chiedere niente a nessuno! Vuol dire che camperò con le 10000 lire al giorno che mi passa mio padre.

Dunque Giorgio dopo aver saputo che – forse – c'è un piccolo spiraglio lavorativo (che poi si rivelerà infruttuoso e addirittura pericoloso) che si presenta al futuro suocero spiegando di essere un ragazzo perbene. Così perbene da essere quasi fuori luogo in determinati contesti:

 Io per questo solo oggi mi sono fatto vivo…Fino a ieri mi sentivo come un esemplare della specie più povera del mondo!
Quella del disoccupato laureato meridionale di buona famiglia.

In altre parole il titolo di studio mi impedisce di fare il pezzente; per l’inadeguata preparazione familiare non so fare lo scippatore e non sono nemmeno capace di vestirmi da cameriere pe’ m’arrubà ‘e sorde fora a na trattoria!

A quel punto Patrizia si arrabbia col genitore per la mortificazione del fidanzato e il saggio professor Bellavista smorza la tensione con un brindisi agli sposi.

Sappiamo tutti come andrà a finire: Giorgio e Patrizia emigreranno al Nord. E il nipote del professor Bellavista nascerà sull'aereo fra Napoli e Milano.

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