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Manfredi a Fanpage.it: “Ho fiducia sul patto per Napoli, Draghi sa che senza aiuti sarà dissesto”

Il Sindaco di Napoli intervistato dal direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato: “Senza aiuti non ci sono le condizioni di governabilità e vivibilità, andremo in dissesto, ma Draghi lo sa ed io sono fiducioso”. La sfida di Manfredi sui tributi: “Dobbiamo lavorare sulla riscossione, ci affideremo parzialmente all’esterno”. Il futuro delle municipalizzate: “Oggi non hanno mercato, dobbiamo migliorarle ma no ad approcci ideologici”. Il Sindaco immagina un asse con Gualtieri e De Caro e una con Sala: “Lavoriamo su progetti comuni”.
A cura di Redazione Napoli
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A poco più di un mese dalla netta vittoria alle elezioni comunali di Napoli, Gaetano Manfredi ha rilasciato una lunga intervista a Francesco Cancellato direttore di Fanpage.it. Il Sindaco ha affrontato i temi del bilancio, vera e propria questione imprescindibile per il futuro della città, con la necessità di una aiuto economico importante da parte del governo per evitare il dissesto. Al centro dell'intervista anche i temi collegati a quello del bilancio del Comune come la riscossione dei tributi in città e il futuro delle aziende municipalizzate del Comune. Manfredi ha anche ripreso la proposta, lanciata in estate con una lettera aperta proprio a Fanpage.it, di un'asse con i Comuni di Roma e Bari per lo sviluppo dei territori.

Lei ha incentrato la sua candidatura a Sindaco intorno al "Patto per Napoli", poco dopo la sua elezione ha puntato i piedi sul fatto che i soldi devono arrivare mettendo in gioco anche il suo mandato. E' più o meno fiducioso adesso? 

Io dall'inizio ho evidenziato una condizione che è sotto gli occhi di tutti, cioè che le condizioni economiche del Comune sono disastrose, abbiamo un debito che è il più alto d'Italia tra le grandi città. Quindi le condizioni di governabilità ma anche di vivibilità della città, sono allo stremo, senza un intervento governativo che aiuti la città ad uscire da questa situazione e quindi a poter riequilibrare le finanze, è ben difficile amministrare questa città perché il dissesto sarebbe inevitabile. Il Presidente Draghi conosce la situazione ed è sensibile al problema, io sono fiducioso che intorno a questa ipotesi, questo progetto, nel quale credono i napoletani ci possa essere un'ampia convergenza politica che dia delle risposte a Napoli.

Tra le caratteristiche di questo Comune c'è che tutte le aziende municipalizzate sono pubbliche al 100%, c'è la possibilità che per fare cassa, molte di loro o alcune di loro, vengano messe sul mercato?

Bisogna considerare che oggi, per le condizioni in cui si trovano le municipalizzate, è difficile immaginare che possano avere un mercato e che quindi possano essere vendute. Io credo che l'obiettivo che abbiamo è quello di efficientare le municipalizzate che abbiamo, renderle più competitive, migliorare la qualità dei servizi. Poi dipende dai casi, se immaginiamo l'ANM, l'azienda dei trasporti, per legge ci sarà la gara d'appalto per i servizi su gomma, quindi ci sono una serie di obblighi che vanno oltre quella che è la volontà politica. Così come del resto alcuni dei servizi che vengono erogati dalle municipalizzate oggi sono appaltati all'esterno ad aziende private. Io credo che va fatto un ragionamento che prescinde dall'approccio ideologico e deve guardare ad un miglioramento dell'efficienza delle municipalizzate anche per dare servizi di qualità migliore per i cittadini.

Meno di 3 napoletani su 10 pagano la TARI, c'è una bassissima capacità di riscossione dei tributi da parte del Comune

Il tema della riscossione è un tema importante, non l'unico che deve essere affrontato, ma è un tema centrale. A questa situazione si può porre rimedio con degli investimenti, noi oggi non abbiamo ancora una base digitale della massa imponibile, abbiamo poco personale alla riscossione, questo è un lavoro che andrà fatto affidandoci parzialmente all'esterno. La riscossione però risente anche di quelle che sono le condizioni socio economiche della città, noi abbiamo una parte importante della città che è al di sotto della soglia di povertà, quindi anche la possibilità di poter pagare le tasse in alcune zone della città, è compromessa da questo.

Parlare di marginalità economica e sociale significa affrontare anche il tema della cultura, lei ha deciso di tenere per se la delega, come spiega questa scelta e come la gestirà?

E' stata una scelta molto ponderata, il tema della cultura è importante per Napoli, ed è il motivo per cui ho deciso di tenere questa delega per me in questa fase, per cercare di fare un piano strategico sulle politiche culturali della città, che sia sufficientemente trasversale e anche capace di interloquire con quelli che sono gli altri soggetti forti che sono in questo discorso, la Regione, il governo con il Ministero dei Beni Culturali e quello del Turismo, e la Commissione Europea.

In una lettera a Fanpage.it parlò di un'asse strategico tra Napoli, Roma e Bari. Immaginiamo ora una prima video call tra lei Gualtieri e De Caro, quale sarebbe il primo progetto che proporrebbe?

Io immagino per esempio tutti i temi legati alla logistica ed alla mobilità, questo asse avrebbe due mari, il Tirreno e l'Adriatico, quindi potrebbe lavorare su molti temi importanti come l'agroalimentare, pensiamo all'aerospazio che è un'industria consolidata in queste tre aree, lo stesso settore farmaceutico. Poi c'è un altro asse, che è quello Napoli, Roma e Milano, sul quale stiamo già lavorando con Beppe Sala e Roberto Gualtieri, ieri ci siamo sentiti ad esempio sul tema della mobilità elettrica per cercare di fare progetti comuni.

Tra le trasformazioni urbane, per i prossimi 5 anni, qual è quella che le sta particolarmente a cuore?

Io quella che vedo e che potrebbe essere la più simbolica è avviare finalmente Bagnoli, perché su Bagnoli veniamo da 30 anni di immobilismo. Riuscire finalmente a vedere che Bagnoli si attivi significherebbe vedere finalmente una città in movimento, sarebbe una grande vittoria. Ma due aree che mi stanno particolarmente a cuore sono l'area Est, quella di S.Giovanni, Ponticelli e Barra, che ha grande potenzialità dove già abbiamo fatto cose interessanti e se ne possono fare ancora tantissime, e l'area Nord. Scampia secondo me può rappresentare veramente un quartiere che partendo dalla realtà di Gomorra, diventa un luogo dove si realizzano i fatti e il riscatto delle persone.

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