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Maglie del Napoli invece delle griffe: le fabbriche del falso si riconvertono per lo scudetto

Tra città e provincia diversi opifici clandestini hanno cambiato produzione: l’obiettivo è cavalcare l’onda scudetto del Calcio Napoli.
A cura di Nico Falco
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Stop a vestiti e cappotti coi marchi delle griffe famose, produzione concentrata sui capi contraffatti coi simboli del Calcio Napoli: una sorta di riconversione industriale, come accade in tempi di guerra, quella che ha coinvolto la miriade di fabbriche del falso di cui è costellata la provincia di Napoli, capannoni e scantinati dove operai a nero sfornano senza soluzione di continuità capi talvolta indistinguibili dagli originali. E, a conti fatti, proprio di guerra di tratta: le nuove direttive, in alcuni casi proprio ordini di scuderia, servono per sfruttare al massimo il boom della squadra e la conseguente, altissima richiesta.

"La qualità della produzione è diventata impressionante – racconta a Fanpage.it un investigatore che da anni si occupa di contraffazione – in qualche caso anche i periti delle case di moda famose si sono messi le mani nei capelli: quei vestiti sembravano proprio usciti dalle fabbriche originali". E questa competenza, unita ad una altrettanto grande versatilità, si sarebbe rivelata un punto di forza: chi è capace di riprodurre fedelmente lavorazioni e cuciture è in grado di confezionare semplici magliette serigrafate praticamente ad occhi chiusi. E lo fa prestando la massima attenzione ai dettagli: diversi opifici sarebbero avrebbero posticipato di qualche giorno la produzione perché non ancora in possesso dei nuovi telai per riprodurre le serigrafie delle maglie di quest'anno.

La camorra dietro le fabbriche del falso

Nell'affare, ed è pure scontato dirlo, c'è il coinvolgimento della camorra, che sui falsi gadget del Napoli guadagna tre volte: nella produzione, nella imposizione delle forniture ai negozianti e ai rivenditori, abusivi o meno, e anche con le estorsioni ai venditori ambulanti. Nel centro di Napoli gli opifici rispondono, direttamente o meno, in gran parte ai gruppi collegati al sistema dei Mazzarella, mentre nella periferia nord e nell'immediata provincia il business del falso resta ancora appannaggio del clan Di Lauro, che nonostante il ridimensionamento degli ultimi 20 anni può anche contare su un apparato imprenditoriale e di ricettazione che consente guadagni continui.

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In 3 mesi sequestrati 19mila articoli del Napoli contraffatti

Negli ultimi 3 mesi la Guardia di Finanza ha sequestrato circa 19mila articoli targati "SSC Napoli" contraffatti, tra abbigliamento, bandiere, magliette e gadget vari. A dicembre le fiamme gialle sono intervenute nel "Santuario di Maradona", ai Quartieri Spagnoli, dove a ridosso del murale venivano venduti prodotti fino a 60 euro al pezzo. A gennaio è stata la volta delle calze della befana, comparse sulle bancarelle di Fuorigrotta e dei Quartieri Spagnoli.

A Portici è stata scoperta una fabbrica abusiva con quasi 8mila maglie da calcio e 2mila etichette. Altri sequestri ci sono stati a Sorrento, Ischia, San Giorgio a Cremano, Quarto e Gragnano e nei quartieri napoletani di Montecalvario e Secondigliano. Un'altra fabbrica abusiva di capi di abbigliamento falsi, completa di macchinari, è stata trovata in un'abitazione di Scampia, periferia nord di Napoli.

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