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Morte di Michele Noschese a Ibiza

L’ultimo messaggio di Michele Noschese morto a Ibiza: “Non voglio alzare la musica, non fatemi chiamare la security”

Il padre di dj Godzi rivela l’ultimo audio sul cellulare del figlio: “L’ha inviato 15 minuti prima dell’arrivo della Guardia Civil”. Disposti nuovi esami sulla salma.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Michele Noschese, Dj Godzi
Michele Noschese, Dj Godzi
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"Sono le 7.49 alle 7.50 già sai quello che devi fare. Eliminato brother, fuori un altro, grazie per il supporto, però dovete uscire da casa mia. Non voglio alzare la musica perché stanno dormendo i bambini, non mi far fare casino, chiamare la sicurezza". Sono le parole di Michele Noschese, contenute in un audio di quello che potrebbe essere uno degli ultimi messaggi sul cellulare di Dj Godzi inviati nella notte tra venerdì 18 e sabato 19 luglio scorsi, poco prima dell'arrivo della Guardia Civil. Il producer napoletano, che da 10 anni viveva alle Baleari, è deceduto sembra nella mattina di sabato, dopo l'intervento della polizia spagnola che lo aveva immobilizzato. Sulle circostanze della morte è aperta un'inchiesta. La Guardia Civil ha smentito ripetutamente che il 35enne sia stato percosso.

L'audio sul cellulare di dj Godzi rivelato dal padre

Il contenuto dell'audio è stato rivelato dal padre di Michele, Giuseppe Noschese, ex primario del Trauma Center dell'Ospedale Cardarelli di Napoli. Secondo il genitore, l'audio sarebbe stato inviato ad un ex inquilino con il quale forse Michele stava litigando. "Questo messaggio – dice il papà di Michele – l'ha inviato mio figlio 15 minuti prima dell' arrivo della Guardia Civil, ovviamente è tutto agli atti. Ho sempre avuto molta forza interiore, la mia forza ora nel ricordo di Miki il mio più amato compagno di giochi". Intanto, stanotte sono stati eseguiti nuovi esami sulla salma del 35enne. "Stanotte Michele Luca Noschese farà, ad integrazione dell'autopsia, una TAC BODY ed una RMN BODY presso Policlínica Nuestra Señora del Rosario in Ibiza", ha spiegato nella serata di ieri Giuseppe Noschese.

Disposti nuovi accertamenti sulla salma del producer 35enne

Erano stati proprio i familiari del producer napoletano a chiedere esami integrativi, tramite i loro legali, in quanto non soddisfatti dal modo in cui si è svolta l'autopsia, senza il perito di parte. La famiglia aveva definito l'esame autoptico "incompleto e frettoloso". Gli accertamenti sono stati autorizzati dall'autorità giudiziaria locale. "La salma di Michele – ha detto il padre ieri sera – sta per essere sottoposta agli esami che abbiamo richiesto. Si tratta – spiega Giuseppe Noschese, che è un medico – di una risonanza magnetica all'encefalo e di una tac total-body. Mi sono rifiutato di vederlo. Ho gestito, da medico, decine e decine di pazienti politraumatizzati, so qual è lo spettacolo davanti al quale mi troverei. Per questo ho deciso di non vederlo". I nuovi esami sono stati richiesti per verificare se sul corpo di Michele possano esserci eventualmente lesioni ossee o dei tessuti molli. Il perito di parte nominato dalla famiglia per assistere a questi ulteriori accertamenti è il medico-legale Juan Luis Poncela. Secondo la ricostruzione della Guardia Civil, l'esame autoptico avrebbe escluso "segni di violenza" sul giovane e la sua morte sarebbe avvenuta a causa della "continua assunzione di diverse sostante stupefacenti".

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