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L’omicidio di Andrea Covelli è il punto di non ritorno: a Pianura alta tensione tra i clan

A Pianura alta tensione tra i clan dopo l’omicidio di Andrea Covelli, il 27enne sequestrato mentre comprava i cornetti e ucciso.
A cura di Nico Falco
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Andrea Covelli, il 27enne sequestrato e ucciso a Pianura
Andrea Covelli, il 27enne sequestrato e ucciso a Pianura

Prima le stese, a decine: colpi di pistola per strada, verso i palazzi. Poi l'omicidio di Antonio Zarra, un altro enorme interrogativo, forse ucciso per qualche amicizia, come vendetta trasversale. Ma il punto di non ritorno è stato l'assassinio di Andrea Covelli, anche lui non legato ai clan. Non un agguato, di quelli che vanno "in contabilità" nelle guerre di camorra. Ma, come si sussurra tra le strade del quartiere, è stata una schifezza: lo hanno sequestrato, portato in una zona di campagna, forse prima picchiato, ammazzato e alla fine hanno sepolto il corpo e dato fuoco alle sterpaglie che lo ricoprivano.

Il corpo di Covelli trovato irriconoscibile a Pianura

Quando è stato ritrovato, appena due giorni dopo la scomparsa, il cadavere era irriconoscibile. Era in un terreno adiacente a via Pignatiello, nella zona della Selva, quella stessa dove una telefonata anonima arrivata il giorno prima ai genitori aveva detto di cercare. Seminudo, perché i vestiti erano probabilmente andati in fiamme. E col volto distrutto: soltanto l'autopsia potrà chiarire se sono i segni di un pestaggio o se gli hanno sparato in faccia. Quello che resta, al netto delle analisi di laboratorio di qualsiasi logica di camorra, è che un ragazzo di 27 anni è stato massacrato barbaramente e, se i familiari non avessero protestato bloccando due volte il quartiere, forse il corpo non sarebbe mai stato ritrovato.

Prima di lui era stata la volta di Antonio Zarra, ucciso il 20 agosto 2021 a Pianura. Forse con una sventagliata di mitra. Anche in quel caso era apparso un omicidio strano: Tonino, figlio di un imprenditore, non era legato a nessun clan. Subiva probabilmente una sorta di fascinazione da certi personaggi, anche lui come Covelli aveva amicizie tra i Carillo-Perfetto, ma non era inquadrato in gruppi di camorra e nemmeno faceva parte di quel violento e capillare mondo criminale del quartiere.

Frame dei video contro i Calone-Marsicano di Pianura
Frame dei video contro i Calone-Marsicano di Pianura

I video su TikTok contro il clan Marsicano-Esposito

Le indagini, affidate alla Squadra Mobile di Napoli, proseguono e mirano a capire se Covelli sia stato ucciso per una vendetta trasversale, per amicizie pericolose o perché effettivamente coinvolto in traffici illegali. Elementi preziosi sarebbero arrivati dalle telecamere, che avrebbero ripreso lo scooter di un pregiudicato nella zona in cui è stato sequestrato il ragazzo. E gli investigatori stanno cercando di ricostruire anche la dinamica di quel sequestro, che sarebbe avvenuto mentre Covelli aspettava un'amica in via dell'Epomeo, dopo aver comprato dei cornetti.

Intanto, quell'omicidio da gang sudamericana ha profondamente sconvolto il quartiere. Tanto che nelle ore subito successive al ritrovamento, quando è comparso su TikTok un profilo apertamente contro alcuni pregiudicati ritenuti legati al clan Marsicano-Esposito, i video sono diventati rapidamente virali. Molte offese, un simbolo che ritorna spesso: quello di un microfono, ad indicare la possibilità di un pentimento, che qualcuno possa a breve decidere di diventare collaboratore di giustizia. L'account, che ieri era rimasto chiuso per alcune ore, oggi è di nuovo attivo e conta decine di migliaia di visualizzazioni.

Alta tensione tra i clan dopo l'omicidio di Covelli

Non è noto chi gestisca quel profilo su TikTok, e ad ora non si può escludere che si tratti di qualcuno legato ai rivali, i Carillo-Perfetto, e che voglia approfittare della situazione, ma le numerose condivisioni (a cui si aggiungono gli screenshot inviati su WhatsApp) sono il sintomo di un sentimento condiviso anche al di fuori dei contesti criminali.

E, raccontano fonti investigative a Fanpage.it, nell'intero quartiere, dalla sera del ritrovamento del corpo, si respira un'aria tesa, nervosa. Pericolosa. Come una pentola a pressione con la valvola bloccata e che potrebbe esplodere da un momento all'altro.

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