video suggerito
video suggerito
Elezioni Regionali 2025

Lo chiamavano eternità: così Vincenzo De Luca sta cercando di guidare la Campania senza candidarsi alla Regione

De Luca prepara la successione in Regione Campania manovrando da dietro le quinte: liste personali, controllo sul Pd e un piano per restare decisivo pur senza essere governatore.
293 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Chi ha pensato fosse davvero finita quel 9 aprile, quando la Consulta sentenziò impedendogli il terzo mandato da presidente, non conosce la storia politica di Vincenzo De Luca. Capace di governare "a bacchetta", ovvero ordinando ad assessori, consiglieri e dirigenti come un sovrano ma pure capace di governare "col telecomando". Ovvero senza candidarsi ma piazzando fedelissimi nei posti-chiave e altri a controllo affinché non si perda  "la dritta via". Così è accaduto in tutte le consiliature comunali in cui il suo cognome non è comparso sulla targa che tiene memoria di tutti i sindaci di Salerno.

Perché, dunque, stupirsi del piano dello "sceriffo" per continuare a decidere sulla Regione Campania pur non potendola governare per tre lustri consecutivi? Semplicemente perché nessuno avrebbe mai immaginato che la sua «resistibile ascesa» non avrebbe trovato ostacoli. Nemmeno da parte di  chi, fino a ieri, aveva gridato contro i «cacicchi» campani, ovvero da quella che in Campania è opposizione a De Luca ma sul fronte nazionale è maggioranza, visto che sostiene la segretaria Elly Schlein.

Il sogno del campo largo in Regione Campania

Il campo sarà pure largo. Ma – citando Leonard Cohen, uno dei cantautori più amati da De Luca – «everybody knows the deal is rotten», tutti sanno che l'accordo è marcio. Replicare l'elezione di Gaetano Manfredi a sindaco di Napoli sarebbe piaciuto a tutti, ma non ci sono le condizioni: il quadro politico è cambiato e la Regione Campania non è il Comune di Napoli.

Detto questo, Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle e parte della sinistra, così come parte del centro (renziani) vedono da sempre favorevolmente la candidatura dell'ex presidente della Camera Roberto Fico, esponente storico dei pentastellati di Napoli, uno di quelli che era nel movimento già dai tempi dei meetup e di Beppe Grillo ma non è mai stato esposto come l'altro napoletano emerso dal M5S, Luigi Di Maio. Tutti sapevano allo stesso tempo che De Luca non se ne sarebbe andato a casa, per dirla alla napoletana, «con una mano avanti e una dietro». Dieci anni da governatore della Campania non si lasciano dimenticare da un momento all'altro e lo sceriffo ha ancora tutte le briscole in mano. I sondaggi politici sulla Campania dicono che il centrosinistra è in vantaggio, a patto che non si presenti diviso. Il centrodestra non ha candidati da mandare al massacro (il ministro Piantedosi e il viceministro Cirielli non vogliono andare incontro alla debacle) però se fiuta la debolezza dall'altra parte può iniziare a crederci.

Detto ciò, con De Luca che si fa? Intanto lui va dritto come un treno (non quelli di competenza regionale, però, che sono lenti): ha nominato i manager di Asl e aziende ospedaliere e sta continuando a blindare l'attività della Regione Campania per gli anni a venire. Per tutto il 2026 chiunque andrà a Palazzo Santa Lucia dovrà necessariamente fare i conti con decisioni prese da De Luca, in ogni ambito di competenza dell'Ente. Nulla è lasciato al caso. E non è mica facile scardinarle.

Vincenzo De Luca e il figlio Piero
Vincenzo De Luca e il figlio Piero

Il prezzo da pagare a Sua Eternità Vincenzo De Luca

C'è il tema, ben più politico e succoso, delle liste e delle candidature. Il prezzo da pagare a Sua Eternità è quello di creare le condizioni affinché il figlio primogenito Piero De Luca, deputato del Partito Democratico, diventi segretario regionale Pd Campania. Che significa fare il segretario del partito pochi mesi prima delle Elezioni Regionali? Significa decidere candidati, posizioni e rapporti di forza fra liste collegate e nelle varie circoscrizioni. Significa tessere la tela delle liste civiche, in particolare delle "liste dell'ex presidente". «Significa tenere per le palle il prossimo presidente della Regione Campania» taglia corto un esponente della direzione Pd, fieramente antideluchiano, parlando con Fanpage.

Al Nazareno, lì dove dotti medici e sapienti del Partito Democratico nazionale hanno deciso la strategia, molti concordano che è la cosa giusta da fare per «pacificare» e «avviare la fase post De Luca». Con buona pace di chi, come il deputato Marco Sarracino e l'eurodeputato Sandro Ruotolo, De Luca lo affrontano da anni piuttosto direttamente. È intorno a loro che negli ultimi anni è maturato un gruppo di giovani Dem convinti che il cambiamento in Regione fosse davvero alle porte. Un gruppo che oggi mastica amaro e si sente tradito sull'altare di un accordo-zuppone.

Chi è contro quest'operazione sostiene infatti che si tratti di un subappalto concesso allo sceriffo di Salerno e che un eventuale futuro governatore di centrosinistra, chiunque egli sia, dinanzi ad una rete del genere, manovrata da un così scaltro esponente politico, non potrà far altro che ballare al ritmo della sua musica. «Val bene tutto questo per eleggere Roberto Fico presidente? Ma poi noi non vinceremmo ugualmente senza prostrarci a De Luca e al figlio?» conclude il piddino a Fanpage.

Il vertice: le due liste di programma del presidente ombra

Martedì 5 agosto, De Luca ha convocato i suoi in una riunione di maggioranza, l'ultima prima dell'estate. La giornata era iniziata con una battuta ai giornalisti ad Avellino, tra sarcasmo e iperbole, come al solito: «Abbiamo davanti ancora un altro quarto di secolo, avremo dunque modo di tornare a rivederci. Ciriaco De Mita è stato in campo fino a 94 anni, nei suoi confronti oggi io sono un adolescente…».

A Palazzo Santa Lucia i toni sono più netti e parole d'ordine più chiare: «Non parlate di nomi… di candidati per ora non ce ne sono» dice ai consiglieri regionali di maggioranza, riferendosi chiaramente a Roberto Fico.

Poi, più operativo: ovviamente le sue non saranno più le «liste del presidente», sono state ribattezzate «liste di programma» saranno due e «dovranno servire a eleggere quanti più consiglieri regionali si potrà». Dovranno, spiega De Luca «Vigilare sul programma». Tradotto dal deluchese: i pretoriani di don Vincenzo dovranno mandare avanti la sua linea nella prossima legislatura regionale. Dunque già si compone il quadro con un "presidente ombra", pronto a eclissare quello pro tempore seduto al secondo piano di Palazzo Santa Lucia. «Se gli alleati non si fanno avanti con una bozza di programma e idee, ci facciamo avanti noi e presentiamo il programma».

Nel suo intervento De Luca fa riferimento alla conquista del voto moderato, è la sua ossessione: «Fa la differenza» dice. Conferma di essere stato querelato dal viceministro Cirielli per la vicenda sanità.  Sostiene che la ormai più che probabile candidatura (nel centrodestra) di Giosy Romano è debole ma attrattiva per il voto moderato. Un'ora e mezza circa di discussione, poi rompete le righe e tutti a mare. Per modo di dire.

Schlein e De Luca a Procida, nel 2024, durante un evento del Pd
Schlein e De Luca a Procida, nel 2024, durante un evento del Pd

La lettera a Elly Schlein e Giuseppe Conte degli anti-De Luca

Si firmano «gruppo di cittadini che si riconoscono nell’area politica-culturale del centrosinistra» dicono di «sostenere convintamente il progetto di alternativa alla destra» e si rivolgono ai due leader di Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle, Elly Schlein e Giuseppe Conte, i circa 120 firmatari di una lettera aperta contro il coinvolgimento di Vincenzo De Luca definito «il cacicco per eccellenza» all’interno del campo largo per le prossime elezioni regionali.

«Avete preso a bordo un nemico giurato della vostra stessa visione politica – si legge -. Un nemico che rimarrà tale qualunque cosa gli concederete. Un nemico che di giorno in giorno alzerà il prezzo del suo sostegno, una volta che lo avete convinto della sua indispensabilità per la vittoria della coalizione». La lettera è firmata fra gli altri dal saggista e politico Isaia Sales, dallo storico Aurelio Musi, dal giornalista Massimiliano Amato, dallo scrittore Andrej Longo, dal cantante degli ‘A67 Daniele Sansone, da molti altri sindacalisti, ex parlamentari, docenti universitari e personalità della società civile napoletana e salernitana.

Il documento è lungo e articolato:

Conosciamo bene De Luca, molto più di voi e di chi vi ha consigliato di incontrarlo e di rilegittimarlo […] Non avete, quindi, costruito un accordo in base a considerazioni di realismo politico, ma state per accettare un ricatto permanente da parte di De Luca e dei suoi […] Accettando questa interlocuzione gli avete ridato un ruolo che l’età, il mancato terzo mandato, gli insuccessi amministrativi e il consenso rapidamente calante gli stavano togliendo definitivamente. Come pensate di rinnovare la politica italiana se nella regione più inguaiata d’Italia vi assumete la responsabilità di proseguire l’azione amministrativa di un siffatto presidente di regione?

Certo, è vero che De Luca deve subire un candidato che odia, Roberto Fico, ma si risolve il problema consentendogli di presentare sue liste che eleggeranno dei consiglieri in grado di impedire ogni azione innovativa? È passato solo qualche giorno dall’accordo e De Luca torna di nuovo a vomitare veleno su Roberto Fico. Ed è solo l’aperitivo di quello avverrà in seguito.  De Luca eleggerà consiglieri suoi nelle liste del Pd, nelle liste del Psi (il segretario nazionale è suo dipendente) e nelle liste civiche che autorizzate a presentare. Consentire una o più liste personali a De Luca rappresenta un incredibile autogol per i vostri partiti. Finora si sono consentite le liste dei candidati presidenti o sindaci.

Ora si stabilisce il precedente che chi esce di scena ha diritto ad uno strapuntino elettorale in coalizione. Ancora più grave è l'ipotesi di un accordo spartitorio sulle poltrone di Giunta ancora prima del voto, in termini di numeri e qualità degli assessorati.

293 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views