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Covid 19

L’infettivologo Faella: “Basta folle e assembramenti o li pagheremo con altri morti”

Franco Faella è tra i più importanti infettivologi italiani. Dopo una carriera al Cotugno, è stato richiamato dall’Asl Napoli 1 come consulente per coordinare la conversione degli ospedali Covid. Intervistato da Fanpage.it, ribadisce l’importanza delle norme anti contagio: “Gli assembramenti sono da evitare, li pagheremmo con altri morti”. E aggiunge: “Ricordo tutti i bambini che ho visto morire quando ero giovane. Bisogna fare il vaccino”.
Intervista a Dott. Francesco Saverio Faella
Infettivologo, consulente Asl Napoli 1
A cura di Nico Falco
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Gli assembramenti di questi giorni si possono facilmente tradurre in un aumento di contagi, e questo significa un nuovo incremento di ricoveri e di morti per Covid: la dimostrazione del nesso c'è già stata coi picchi dopo l'estate e dopo la commemorazione dei defunti. A spiegarlo, sottolineando quanto in questa fase sia ancora fondamentale osservare le norme anti contagio, è Francesco Faella, uno dei più importanti infettivologi d'Italia, che dopo una carriera al Cotugno è ritornato dalla pensione come consulente dell'Asl Napoli 1 per coordinare la conversione in Covid Hospital, prima del Loreto Mare e ora del San Giovanni Bosco.

Dottor Faella, ha sicuramente visto le immagini delle ultime ore, con le strade affollate in molte città d'Italia per lo shopping natalizio.

Il fatto che ci sia stato concesso di uscire di casa non significa che possiamo concentrarci negli stessi posti. Gli assembramenti sono sono assolutamente da evitare. Si corre il rischio che dopo Natale, una ventina di giorni dopo Capodanno, si abbia un nuovo aumento dei contagi e quindi in proporzione anche dei decessi, che è una cosa che non possiamo più sopportare. Mi rendo conto che ci può essere una confusione di informazioni e comunicazione, ma bisogna rendersi conto che il distanziamento è importante: questa è una malattia virale, a contagio diretto. Il rischio è elevato e lo è è in particolare per le persone anziane, forse per questo i giovani non si preoccupano troppo.

Abbiamo evidenza di precedenti assembramenti che si sono tradotti in contagi?

La seconda ondata è dovuta a una insipienza generale subito dopo l'estate: il contagio si è diffuso coi ritorni dalle vacanze. Poi abbiamo avuto un piccolo rialzo intorno al 20 novembre: quello era dovuto agli assembramenti delle commemorazioni dei defunti. Se calcoliamo una decina di giorni per l'incubazione e altri 5 o 6 per l'aggravamento… vediamo che i picchi si sono verificati tra i 17 e i 20 giorni dopo quegli episodi, tutto corrisponde. Non vorrei che tra pochi giorni si verifichi lo stesso con collegamento alle commemorazioni per Maradona e che le spese di Natale portino a ulteriori incrementi. Queste sono cose che si pagano, e le pagheremo.

Quale è la situazione odierna degli ospedali in Campania?

Oggi la situazione è migliorata, la pressione si è ridotta. Il numero di pazienti per cui è necessario il ricovero è diminuito e quindi i posti disponibili ci sono. ma c'è stato un periodo in cui veramente non avevamo possibilità di ricoverare. A novembre è stata difficilissima (in quel solo mese sono morte più persone che da marzo a ottobre, ndr). Noi possiamo intervenire coi nostri comportamenti per non tornare in quelle condizioni ed è nostro dovere farlo. Dobbiamo dimenticarci che è Natale o Capodanno. Questo deve essere un Natale diverso dagli altri. Ci dobbiamo tutti porre dei limiti, anche sul numero di persone con cui festeggiare. I veglioni, quest'anno, non si faranno. Se i ragazzi vogliono, vadano pure al veglione, ma sappiano che poi possono contagiare i genitori e far morire i nonni.

In questi giorni è iniziata a Londra la campagna vaccinale per il personale sanitario. Lei lo farà quando sarà disponibile in Italia?

Faccio l'infettivologo da una vita. Siamo rimasti in pochissimi, in Italia, ad aver curato la difterite e i problemi connessi. Oggi le persone non ricordano cosa significa quella malattia ma i medici che l'hanno vista non la dimenticheranno mai. Oggi, grazie alle vaccinazioni, la difterite non c'è più e le meningiti si sono molto ridotte. La poliomelite è scomparsa dall'Europa e di recente anche dall'Africa, ci sono solo dei piccoli focolai nel mondo. Se vogliamo credere che tutto questo sia per intercessione di Dio, allora capisco chi rifiuta il vaccino. Ma se, invece, riconosciamo che la medicina abbia avuto un ruolo, allora non possiamo non riconoscere la validità dei vaccini. Gli scettici, i NoVax in particolare, devono acquistare fiducia e la consapevolezza che rappresenta il punto centrale per sconfiggere la pandemia Covid. Altrimenti potremmo portarci avanti questa infezione per molti più mesi di quelli che possiamo sopportare.

Forse in molti rifiutano perché non hanno avuto esperienze dirette con malattie mortali.

Io non potrei mai essere un NoVax. Essere giovani ha molti vantaggi, ma non è un valore assoluto: i giovani non hanno certe esperienze che, invece, gli anziani ricordano bene. Io ricordo tutti i bambini che ho visto morire con la cardiopatia difterica o con le broncopolmoniti da morbillo. Avevo 25 anni, ricordo tutte le notti che ho passato vicino a questi bambini di uno, due anni. Erano tantissimi. Oggi questo non succede più. Sarei un pazzo se sminuissi il valore dei vaccini: è grazie a questi che certe malattie sono state risolte o allontanate. Discutere dell'utilità dei vaccini è assurdo, ridicolo.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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