L’imprenditore chiede aiuto alla boss Licciardi per la tangente dell’altro clan: sconto da 15mila a 3mila euro

Un forte sconto, un quinto di quanto richiesto inizialmente, ma impossibile annullare del tutto la richiesta. Perché la tangente, ad ogni modo, va pagata perché la vittima non fa parte della famiglia e del gruppo criminale e, soprattutto, a chiederla è un altro clan, ed è necessario mantenere buoni rapporti, quando si è vicini di casa e negli affari. Storia che viene ricostruita nell'ordinanza eseguita dalla Squadra Mobile contro 8 presunti appartenenti alla camorra di Secondigliano, e in particolare all'articolazione dei Licciardi del rione Don Guanella, e che coinvolge direttamente Maria Licciardi, la sorella del fondatore Gennaro Licciardi "‘a Scigna", indicata dagli inquirenti come capo assoluto della cosca criminale ai vertici dell'Alleanza di Secondigliano.
L'estorsione al parente del nipote di Maria Licciardi
La vicenda, per gli inquirenti, è indicativa del ruolo ricoperto nell'organizzazione criminale da Maria Licciardi: è a lei, tramite persone di sua fiducia e familiari, che si rivolge la vittima di estorsione. Ed è lei che dà indicazioni perché si intervenga con una mediazione. I fatti risalgono al gennaio 2021. L'uomo lavora in una zona di Secondigliano dove è "competente territorialmente" il clan della Vanella Grassi, che vuole 15mila euro oltre a quote della sua società. L'imprenditore chiede quindi aiuto al consuocero, che è nipote di Maria Licciardi.
L'accordo tra i due clan: da 15mila a 3mila euro
La donna, tramite i suoi uomini di fiducia, e in particolare il suo "capozona", fa da mediatrice e la richiesta scende drasticamente: tremila euro, da pagare in rate da mille euro a Pasqua, Ferragosto e Natale.
Con questo intervento, rileva il gip nell'ordinanza, la Licciardi aveva ottenuto diversi risultati: in primo luogo aveva rinsaldato i vincoli di solidarietà all'interno del clan, allargando la rete di rapporti del gruppo criminale, e aveva fatto valere sul territorio il peso del potere del clan Licciardi. Per questa estorsione Maria Licciardi è stata condannata il 15 marzo 2023.