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L’ex ministro romeno Valcov si costituisce a Portici: era ricercato per corruzione

Darius Bogdan Valcov, ex ministro romeno condannato a 6 anni per corruzione e ricercato su mandato europeo, si è consegnato alla Polizia a Portici (Napoli).
A cura di Nico Falco
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Immagine dal sito Internet della polizia romena
Immagine dal sito Internet della polizia romena

Si è costituito a Portici, in provincia di Napoli, Darius Bogdan Valcov, ex ministro delle Finanze della Romania, raggiunto da un mandato di arresto europeo: deve scontare una pena di 6 anni di reclusione per corruzione di persona incaricata di pubblico servizio e traffico di influenze illecite; il provvedimento nei suoi confronti era stato emesso il 3 maggio dalle autorità rumene, il 46enne si è consegnato agli agenti del commissariato Portici-Ercolano.

Il 2 maggio 2023, quando era stata letta la sentenza a 6 anni di reclusione, Valcov era presente in aula, ma aveva fatto perdere le sue tracce evitando il carcere; secondo le autorità romene si sarebbe immediatamente spostato in Italia, dove avrebbe avviato un'attività a Milano. Secondo i media romeni, che riportano la notizia del suo arresto, il trasferimento sarebbe stato finalizzato ad evitare l'estradizione, come sarebbe già accaduto a diversi latitanti "di lusso" che, fuggiti da una condanna in Romania, avrebbero aperto attività in Italia.

L'ex ministro avrebbe incassato con delle tangenti oltre 1,5 milioni di euro nel periodo in cui era stato sindaco di Slatina (dal 2004 al 2012).  Nel corso dell'inchiesta a suo carico, scrive il quotidiano online Stirile Pro Tv, le autorità avevano sequestrato oltre 7.2 milioni di lei (circa un milione e 450mila euro) e beni tra cui 3 lingotti d'oro (del valore di 465mila lei, ovvero 94mila euro circa) e 172 dipinti (valutati 2.558.658 lei, poco più di mezzo milione di euro).

Volcav era diventato senatore nel 2012. Nel 2014 aveva ricoperto il ruolo di ministro con delega al bilancio e, successivamente, ministro delle Finanze nel governo di Victor Ponta. Un anno dopo, nel 2015, lasciò gli incarichi per un'indagine per corruzione relativa al periodo in cui era stato sindaco. Nel gennaio 2018 era tornato al Governo, come staff del ministro Viorica Dancila, e un mese dopo era arrivata la condanna in primo grado ad otto anni di reclusione, successivamente ridotta a sei anni in appello.

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