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Latitante va in Questura a Caserta per chiedere un documento, arrestato

Un 42enne di origini albanesi, latitante dal 2012, è stato arrestato dalla Polizia di Caserta: era andato in Questura per chiedere un permesso di soggiorno fornendo dati falsi ma gli agenti, confrontando le impronte digitali nel database interforze, hanno scoperto che utilizzava diversi alias e che si muoveva usando un passaporto contraffatto. Deve scontare 6 anni di reclusione.
A cura di Nico Falco
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Era ricercato da quasi dieci anni, aveva fatto perdere le sue tracce dopo una condanna a 6 anni per furto, rapina, sequestro di persona e violenza sessuale. Sfruttando di volta in volta nomi falsi e con un passaporto contraffatto in tasca era riuscito a sfuggire alle forze dell'ordine, ma l'ultimo azzardo si è rivelato fatale: si è presentato in Questura a Caserta per chiedere un documento e, con gli accertamenti sulle generalità, gli agenti lo hanno scoperto e lo hanno arrestato. In manette S. D., 42 anni, di origini albanesi ma residente da molti anni in Italia.

L'uomo era destinatario di un ordine di carcerazione emesso nel settembre 2012 dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di L'Aquila, Ufficio Esecuzioni Penali. Pochi giorni fa si era presentato nell'Ufficio Immigrazione della Questura di Caserta per chiedere un permesso di soggiorno. Per la richiesta aveva usato un altro nome, diverso da quello che aveva dato anni fa, quando era stato processato. Sperava, in questo modo, che tutto sarebbe filato liscio, che gli agenti non avrebbero trovato precedenti né pendenze e che, con un po' di fortuna, gli avrebbero rilasciato il documento.

Nonostante negli anni avesse sviato le indagini fornendo vari alias, però, le impronte digitali registrate al momento dei fermi erano sempre state, ovviamente, le stesse. E proprio partendo da queste, e confrontandole con le informazioni contenute nella banca dati interforze, i poliziotti hanno scoperto che si trattava della stessa persona, identificata con più nomi; tra queste generalità individuate, anche quella per cui era stato emesso l'ordine di carcerazione nel 2012.

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