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La storia di Fabio De Pandi, ucciso dalla camorra a 11 anni

Il 21 luglio 1991 Fabio De Pandi, 11 anni compiuti da poco, fu ucciso da una pallottola vagante nel Rione Traiano durante uno scontro tra i camorristi del clan Puccinelli e i Perrella. Il bimbo ebbe solo il tempo di dire al papà che sentiva un forte bruciore al braccio, morì prima dell’arrivo in ospedale. A 30 anni da quella tragedia è stata apposta una targa nel centro di Napoli in ricordo del piccolo.
A cura di Nico Falco
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Ventuno luglio 1991, una domenica sera. I De Pandi sono al Rione Traiano, quartiere Soccavo, periferia ovest di Napoli. Sono andati a far visita ad alcuni amici. Mentre stanno risalendo in auto per tornare a casa si scatena l'inferno: un commando di camorra spara in strada nel tentativo di colpire un rivale, una delle pallottole impazzite centra il piccolo Fabio, 11 anni compiuti da poco. Il bambino ha solo il tempo di dire che sente un forte bruciore al braccio, pochi istanti dopo chiude gli occhi per sempre mentre il padre corre verso il Pronto Soccorso. L'autopsia rivelerà che il proiettile, penetrato in un braccio, aveva perforato il torace. È morto così a Napoli Fabio De Pandi, una delle più giovani vittime innocenti della camorra; non ucciso per una vendetta trasversale, ma da una pallottola vagante che, ancora una volta, aveva demolito l'idea del "finché si ammazzano tra loro…".

I componenti di quel commando, racconterà poi il padre, Gaetano De Pandi, furono tutti arrestati e condannati. Facevano parte del clan Puccinelli, quello che ancora, con discendenze e ramificazioni, è ancora potente nel Rione Traiano. L'obiettivo, invece, era del clan Perrella, che negli anni a venire è scomparso sotto il peso di agguati, arresti e pentimenti. Il clan Puccinelli era stato fondato da Salvatore Puccinelli, "Totore Straccetta", che dopo essersi fatto le ossa insieme al narcotrafficante Umberto Ammaturo aveva deciso di diventare autonomo. E i Perrella erano alleati. Per dieci anni avevano spadroneggiato al Rione Traiano, vendendo montagne di droga e incassando miliardi su miliardi di lire. Poi, però, erano arrivati ai ferri corti. Il motivo fu la spartizione del bottino rubato in casa dell'ambasciatore del Belgio, in via Carducci: pietre preziose e una collezione di dipinti del 1700, valore stimato un miliardo di lire. Era il novembre 1990, da quel momento le strade del Rione Traiano cominciarono a colorarsi di sangue. Tra cui quello di Fabio De Pandi, sette mesi dopo.

A Napoli una targa per Fabio De Pandi, vittima innocente della camorra

Il 28 luglio 2021, a 30 anni di distanza da quella tragica sera, una targa per ricordare Fabio De Pandi è stata apposta in via Gennaro Serra, nel centro di Napoli, a pochi passi da Piazza del Plebiscito. L'iniziativa, a cui hanno preso parte i genitori e i familiari del bambino, è stata promossa da Alessandra Clemente, assessore alla Toponomastica del Comune di Napoli; hanno partecipato alla cerimonia l'avvocato Domenico Ciruzzi, in rappresentanza della fondazione Polis, e il presidente della Prima Municipalità di Napoli, Francesco De Giovanni.

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