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La spiaggia della Gaiola resta a numero chiuso, bocciato il ricorso di Mare Libero

Il Tar ha respinto il ricorso presentato da Mare Libero che aveva chiesto il libero accesso alla spiaggia e la rimozione del cancello. Il direttore dell’Amp: “Una vittoria della città, non si torna al degrado del passato”
A cura di Pierluigi Frattasi
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La spiaggia libera della Gaiola resta a numero chiuso. Bocciato il ricorso al Tar dell'associazione Mare Libero che aveva chiesto il libero accesso all'arenile e la rimozione del cancello, gestito dall'Area Marina Protetta. Nell’area di balneazione pubblica di cala San Basilio, infatti, presente all’interno della Zona B del Parco sommerso sono state adottate misure di contingentamento degli accessi e sostenibilità ambientale, "al fine di garantire le finalità di salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio archeologico, nonché la sicurezza pubblica e la fruizione sostenibile dell’area. Gli orari di apertura al pubblico sono subordinati agli orari di servizio del personale di custodia del Parco”.

Secondo il Tar di Napoli, però – VII sezione, Maria Laura Maddalena, Presidente, Maria Grazia D'Alterio, Consigliere, Estensore, Viviana Lenzi, Consigliere – "l’atto  impugnato, lungi dall’attuare una incomprimibile limitazione del diritto al mare libero, opera una delicata e ben adeguata opera di bilanciamento di valori e principi che nella fattispecie concreta vengono contestualmente in rilievo e che trovano tutti fonte di riconoscimento e salvaguardia nell’ordito costituzionale". Per i giudici amministrativi, "il riconoscimento di una libertà senza limitazioni, costituirebbe, da quanto emerso in atti di causa, oltre che fattore di ostacolo al pieno godimento del mare in condizioni di sicurezza e vivibilità (certamente frustrate in caso di assenza di un proporzionato contingentamento e, dunque, di sovraffollamento), anche fattore di potenziale pregiudizio per le esigenze di preservazione nel tempo dell’intera area per come oggi si presenta, tenuto conto dell’inestricabile intreccio di elementi del patrimonio ambientale, paesaggistico, culturale e archeologico che, nell’ambito del contesto fattuale sopra delineato, si fondono in un indivisibile quadro d’insieme".

Soddisfatto il direttore dell'Parco Marino Sommerso della Gaiola, Maurizio Simeone, che commenta: "È una vittoria di tutta la Città. Dopo anni di instancabile lavoro per recuperare e restituire alla Città questo piccolo paradiso marino in tutta la sua bellezza, garantendone una fruizione pubblica sostenibile ed in piena  sicurezza, questa di oggi rappresenta una sentenza esemplare, che ci permette di continuare a lavorare con maggiore serenità alla tutela di questo luogo unico al mondo,  per le generazioni future".

I motivi del ricorso di Mare Libero

L'associazione aveva impugnato la delibera 125 del 2023 dell'Autorità Portuale con la quale era stato approvato "l’accordo di collaborazione per la fruizione pubblica sicura ed ecosostenibile dell’area di balneazione pubblica presente nella zona B del Parco Sommerso di Gaiola", rivendicando "il pubblico accesso al mare attraverso la battigia per consentire la libera fruizione alla collettività dei beni del demanio costiero". Aveva poi contestato i provvedimenti del Comune di Napoli, che aveva accolto l’istanza della Soprintendenza Archeologica e disposto l’installazione di un cancello che delimita l’accesso alla spiaggia pubblica di Cala San Basilio.

Che cosa è il Parco Sommerso della Gaiola

Il “Parco della Gaiola” comprende due isolotti che sorgono a pochi metri di distanza dalla costa di Posillipo, nel settore nord occidentale del Golfo di Napoli, per una superficie di appena 41,6 ettari, che si diparte dal Borgo di Marechiaro fino alla Baia di Trentaremi, racchiudendo verso il largo parte del grande banco roccioso della Cavallara. In tale quadro d’insieme si fondono aspetti vulcanologici, biologici e storico-archeologici di inestimabile valore ambientale, paesaggistico e culturale, in cui, in particolare, si collocano reperti di ville romane risalenti al I secolo A.C., delineando un contesto unitario di riconosciuta bellezza. In virtù dell’unicità del patrimonio archeologico presente sulla costa e sui fondali dell'area, il parco marino della Gaiola, è stato istituito con Decreto Ministeriale Ambiente del 7 agosto 2002.

L'Amp della Gaiola: "Non si torna al degrado del passato"

Per il Direttore Maurizio Simeone, "l'oasi della Gaiola può tirare un sospiro di sollievo. Scongiurata la possibilità che si ritorni al caos ed al degrado del passato". Nella sentenza 05362 pubblicata oggi dalla Settima Sezione del TAR Campania, si legge che per il Parco sommerso di Gaiola "si pone la necessità di apprestare un sistema di tutele in grado di garantire che il pieno e libero godimento del mare, nella specie, non si traduca in fattore di pregiudizio di altri valori, ambientali, paesaggistici e culturali, e ciò anche in vista del pieno e indistinto godimento del variegato patrimonio racchiuso nell’area protetta in questione da parte dell’intera collettività, anche futura, dunque, salvaguardando analoga possibilità di fruizione per le successive generazioni".

E aggiunge: "In questi anni l'accordo tra Parco Sommerso di Gaiola, Comune di Napoli ed Autorità Portuale,  ha permesso una vera e propria svolta in termini di sicurezza, decoro, vivibilità ed ovviamente tutela del patrimonio ambientale e culturale dell'area come dimostrano i dati scientifici raccolti in questi anni sia sull'abbattimento dell'impatto ambientale e del disturbo antropico che sulla conseguente spontanea rinaturalizzazione dell'area di cala S. Basilio, pesantemente compromessa in passato. Un svolta apprezzata in primis proprio da cittadini e bagnanti che frequentano l'area che, dopo anni di caos e degrado, hanno potuto tornare a godere di un luogo unico della propria città finalmente in condizioni di decoro e sicurezza. Infatti proprio i tanti bagnanti che frequentano la Gaiola erano in questi mesi in grande apprensione per le sorti di questa piccola oasi marina cittadina.  In tanti infatti conservano ancora vivi nella memoria i ricordi dello stato di invivibilità e degrado in cui versava l'area fino a qualche anno fa. Ma non solo loro, in questi mesi tutta la Città si è mobilitata per stringersi attorno al Parco per sostenerlo in questa ennesima battaglia di legalità e civiltà, a partire dalle Associazioni ambientaliste del Coordinamento Tutela mare che ad ottobre 2023 scrissero una bellissima lettera di sostegno firmata da tantissimi cittadini".

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