La giunta regionale di Fico è un gioco a incastri: oggi gli incontri coi partiti, un mese dopo le Elezioni in Campania

Roberto Fico è stato eletto giusto un mese fa, la Campania attende la giunta regionale e per ora di cose certe ce ne sono poche. Di certo c'è che la nuova giunta di Fico in Campania non avrà consiglieri eletti e promossi assessori e che dovrà avere almeno tre-quattro donne (su dieci, forse undici assessori). Oggi il governatore incontrerà i partiti, dalle 9 di mattina con "Noi di Centro" di Clemente Mastella, poi Alleanza Verdi e Sinistra convocato alle 10.45 e per tutto il giorno fino ai pezzi grossi del campo largo, ovvero Partito Democratico e lista "A testa alta" di Vincenzo De Luca. Obiettivo: chiudere entro la prima seduta del consiglio regionale (29 dicembre) questa partita.
Dovessero tutti consegnare al presidente una lista di assessori sarebbe chiusa qui. Ma è un gioco a incastri. Nel meccanismo del Pd c'è di mezzo il congresso provinciale del partito e perfino il rimpasto al Comune di Napoli. Mario Casillo vicepresidente con assessorato ai Trasporti entrerebbe in squadra insieme a Enzo Cuomo, sindaco di Portici. E poi? Il nome di una donna che non sarà sicuramente di Napoli, per equilibri interni. Sta circolando quello di Roberta Santaniello, esponente Dem in Irpinia, con De Luca nominata super-dirigente in Regione Campania: PNRR, edilizia sanitaria, opere pubbliche strategiche, ma già prima a capo dell’Ufficio di Gabinetto dell'ex governatore.
Mastella – che mastica amaro per l'esclusione del figlio tra i papabili assessori – potrebbe non portare il nome d'una donna bensì il nome di Pompilio Forgione, sindaco di Solopaca; nel Movimento Cinque Stelle l'opzione della parlamentare Gilda Sportiello, coordinatrice M5s, resiste. Continuano a circolare quello di Andrea Morniroli della coop Dedalus e della preside Valeria Pirone. Per "Casa riformista" di Renzi in lizza Angelica Saggese e Tommaso Pellegrino.
Alleanza Verdi e Sinistra, pare chiusa la partita intorno a Fiorella Zabatta: i vertici dei Verdi da Roma hanno bloccato questo nome lasciando un po' scontenta la base napoletana intorno al deputato Francesco Emilio Borrelli che invece premeva per Nelide Milano. In questo quadro Sinistra Italiana, che rimane all'asciutto, avrà un assessore al prossimo rimpasto al Comune di Napoli, con un accordo già chiuso tra Nicola Fratoianni e Gaetano Manfredi. Il nome è quello di Pietro Rinaldi, già consigliere comunale con Luigi De Magistris, in anni passati leader del centro sociale Insurgencia, oggi avvocato del lavoro. Sempre in questi incastri se il congresso provinciale del Pd a Napoli dovesse incoronare Francesco Dinacci, potrebbe trovarsi aperta la porta per l'ingresso in Comune di Anna Riccardi della Fondazione Famiglia di Maria, al Welfare, posto lasciato da Luca Trapanese (M5s) eletto consigliere regionale. Ma è tutto da capire.
Tornando alla Regione, ecco il nodo dei deluchiani. Dovessero incassare Santaniello in quota Pd, sarebbe meno indigesta la pillola dell'esclusione di Fulvio Bonavitacola e Luca Cascone, fedelissimi dello sceriffo da ogni ipotesi di giunta. Ettore Cinque uscente al Bilancio è possibile, come lo è Andrea Prete di Unioncamere. De Luca vuole anche una delega precisa: Attività produttive. Fico poco propenso ad accontentarlo: non si fida. Turismo: possibile assegnazione a Enzo Maraio (Socialisti) e un obiettivo: arrivare alla prima seduta del Consiglio regionale del 29 dicembre con la giunta già definita e pronta a partire. Impresa difficile ma non impossibile. Pure perché c'è tutta la partita dei dirigenti regionali: la nuova amministrazione non vuole repulisti ma vuole staccare la spina ad ogni telefono sulla linea diretta Napoli-Salerno: se nuova gestione è, lo dev'essere fino in fondo.