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Ischia, l’imprenditore arrestato: “Qui comando io, il re dei rifiuti sono io”

Angelo Marrazzo, a cui è riconducibile la Tra.Spe.Mar, avrebbe minacciato diversi imprenditori, presentandosi come referente del clan Moccia e obbligandoli a usare le sue navi per il trasporto rifiuti.
A cura di Nico Falco
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A Ischia il traffico dei rifiuti è gestito dal clan Moccia di Afragola, quindi chiunque lavora nel campo si deve rivolgere al loro referente, accettando le condizioni. In alternativa, deve solo farsi da parte. È quello che Angelo Marrazzo, ritenuto titolare di fatto della Tra.Spe.Mar, azienda specializzata nel trasporto di merci speciali, avrebbe detto a un imprenditore, con una chiosa netta: "A Ischia comando io, il re dei rifiuti sono io". Tutto agli atti nell'ordinanza che, questa mattina, ha fatto finire in manette il 76enne, arrestato dalla Polizia di Stato nell'ambito di una indagine coordinata dalla Dda.

"A Ischia i Moccia gestiscono i rifiuti"

A far partire le indagini era stato proprio l'imprenditore minacciato, che ha riferito di essere stato obbligato a rivolgersi a quella ditta, formalmente amministrata dalla nuora di Marrazzo, usando le sue navi per effettuare il trasferimento di un carico di rifiuti infiammabili, speciali e rottami sulle tratte Napoli-Pozzuoli-Ischia e Procida-Pozzuoli. E ha raccontato dei toni in cui gli era stata illustrata la situazione: "Io non vi faccio più lavorare, la gestione dei rifiuti sull'isola è dei Moccia e pertanto o vi rivolgete a noi alle nostre condizioni o non lavorate: a Ischia comando io, il re dei rifiuti sono io".

Marrazzo avrebbe anche minacciato delle conseguenze, nel caso si fosse rifiutato: "Ti faccio sequestrare i camion con i rifiuti e il deposito", "Ti faccio sanzionare dalle capitanerie di porto o dalla polizia municipale", "non ti faccio lavorare più". L'uomo avrebbe seguito quelle regole per otto anni, pagando 250 euro (170 all'andata e 80 al ritorno, anche senza usufruire del rientro) per ogni trasporto.

Il "dossieraggio" verso gli imprenditori

Nel 2019, quando si sarebbe rifiutato di pagare, l'imprenditore aveva subìto un controllo con conseguente sanzione, sospensione della patente e sequestro del camion. Nel corso delle indagini sono stati individuati diversi imprenditori, una decina, che sarebbero finiti sotto ricatto; sono stati tutti convocati e ascoltati dalla polizia giudiziaria. Alcuni hanno riferito situazioni analoghe: quando aveva deciso di rivolgersi ad un'altra compagnia per i trasferimenti di rifiuti, erano arrivati controlli e fermi.

Secondo le testimonianze Marrazzo avrebbe infatti utilizzato una sorta di "dossieraggio", con video e foto, per documentare eventuali irregolarità negli imbarchi e gli sbarchi, tenendo quel materiale da parte per consegnarlo alle autorità competenti quando qualcuno rifiutava di pagare.

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