Insulti razzisti ad un 21enne della Guinea: lui reagisce e finisce in rissa, gara sospesa

Rissa su un campo di calcio di Prima Categoria, dopo che un calciatore originario della Guinea avrebbe reagito ad insulti razzisti provenienti da un calciatore dell'altra squadra. Abdoulaye Fofana, 21enne che da qualche anno vive e lavora a Calitri, in provincia di Avellino, si è poi scusato per la sua reazione, ma ha sottolineato anche di voler lasciare il calcio, dopo l'ennesimo episodio di razzismo.
La vicenda durante il match di domenica
Tutto è accaduto in occasione del match di Prima Categoria tra i padroni di casa dell'Heraclea (formazione della provincia di Foggia che raggruppa tre cittadine della Daunia proprio a ridosso del confine campano-pugliese) e gli ospiti dell'Altavilla Irpina, formazione della provincia di Avellino. Durante la gara, un calciatore avversario avrebbe insultato ripetutamente Fofana: "Negro, scimmia, torna nella foresta, mangia banane", i pesantissimi insulti ricevuti. Episodi che sarebbero già avvenuti nel match d'andata contro la stessa squadra, e che portarono alle scuse del presidente dell'Heraclea a nome della società. Gli insulti hanno provocato la reazione del giocatore, con la gara degenerata in rissa e quindi sospesa dall'arbitro.
Fofana: "Non è la prima volta, ma l'Irpinia non è questa"
"Sono da quattro anni in Italia, lavoro, studio e gioco a calcio", ha spiegato Abdoulaye Fofana in alcune interviste rilasciate in queste ore, "ma non è la prima volta che subisco questi insulti. Ma l'Irpinia non è questa. Ho ricevuto tantissime attestazioni di affetto da ogni parte. Ringrazio i miei compagni, il presidente, la dirigenza, la comunità rocchettana e tutti coloro che mi sono stati vicino. Sono davvero fiero ed orgoglioso di questa solidarietà", ha spiegato Fofana.
La replica: "Nessuno lo ha insultato, siamo noi la parte lesa"
"Nessuno lo ha insultato, sono dichiarazioni dette dal soggetto in questione ma non veritiere", ha commentato invece Mauro Noio, il calciatore dell'Altavilla Irpina tirato in ballo in questa storia, "giochiamo spesso contro squadre che hanno calciatori di colore e non è mai accaduto niente". Accuse respinte dunque al mittente, che anzi spiega "siamo stati noi ad essere aggrediti, abbiamo giocatori refertati con traumi e lesioni, ci hanno dovuto scortare le volanti di polizia. Siamo noi la parte lesa", ha spiegato ancora Noio, intervistato da Sport Channel.