Il segnale di Gaetano Manfredi al Pd: resta sindaco a Napoli e governa con Fico in Regione (senza De Luca di mezzo)

Fino a qualche settimana fa il rumors era così forte da finire anche nelle note politiche di retroscena dei giornali: Gaetano Manfredi da sindaco di Napoli a federatore del centrosinistra, una sorta di "Romano Prodi 2.0". Qualcuno si è lusingato, qualcun altro ci ha creduto. Fatto sta che, come sempre accade in questi casi, si aprono degli spazi, mossi anche dalla liquidità della situazione politica locale: ci sono le Elezioni Regionali in Campania e quelle Amministrative arriveranno subito dopo e subito prima di quelle Politiche.
Dunque chi pensa a federare non può governare una città, no? Manfredi l'ha capito in fretta che crogiolarsi nell'idea di padre federatore di qualcosa che non ha forma né costrutto sarebbe equivalso a lasciare campo libero alle prossime Amministrative a Napoli. Motivo per cui, già nei giorni scorsi si iniziava a parlare insistentemente di primarie per decidere il prossimo candidato sindaco del centrosinistra all'ombra del Vesuvio, una partita guardata con interesse anche dall'ex primo cittadino Luigi De Magistris. Che si ricandiderà.
E invece, fra progetti finanziati col Pnrr, America's Cup, progetto Bagnoli, Porta Est, infrastrutture dei trasporti e ondata di turismo, lo stadio napoletano "Maradona" a Fuorigrotta, c'è troppo da fare. E se il secondo mandato, come spera Manfredi, dovesse arrivare ed essere di tagli di nastri e possenti linee di finanziamento, potrebbe davvero in quel caso portare l'ex rettore in un'altra dimensione politica. Per cui il sindaco partenopeo ha cambiato rapidamente registro: ieri all'Anci e oggi ha continuato a ribadire: «Voglio continuare a fare il sindaco di Napoli e continuerò a impegnarmi per la città, ma farò sentire la voce della città e delle città italiane a livello nazionale». Un segnale chiaro al Partito Democratico di Elly Schlein.

A dar sostanza al suo progetto, le 47 pagine di «Agenda Napoli per la Regione Campania» che il sindaco Manfredi ha consegnato al candidato governatore Roberto Fico. Sono «proposte programmatiche per Napoli e la sua area metropolitana», ovvero i progetti sulle politiche per la casa, i trasporti, l'ambiente, i grandi eventi, la sanità, il turismo e l'istruzione; un documento politicamente molto interessante per un motivo semplice: il sottotesto è che determinate cose non sono state fatte sotto la decennale gestione del salernitano Vincenzo De Luca ma ora, evidentemente, possono essere attuate, visto che a breve lo "sceriffo" non sarà più al secondo piano di Palazzo Santa Lucia.
Manfredi invia il siluro a De Luca: «Quello che chiediamo al nuovo presidente della Regione è avere attenzione alla città, una programmazione integrata degli investimenti di tutta la Regione che guardino a Napoli». Se deve chiederlo al nuovo governatore – è il sottinteso – è perché quello attuale non l'ha fatto.
Edmondo Cirielli: "È un libro dei sogni per Napoli"
Il candidato del centrodestra in Regione, Edmondo Cirielli, ovviamente valuta negativamente tutto ciò: «Cos'è un libro dei sogni per Napoli? Fico e Manfredi stanno certificando di fatto che in dieci anni la Regione non ha fatto nulla per la città. Li ringrazio perché, assieme a De Luca che non perde occasione per attaccare i 5 Stelle, sono i nostri migliori testimonial per dire ai campani che è tempo di cambiare». Antonio Iannone, sottosegretario alle Infrastrutture e commissario di FdI in Campania rincara: «La verità è che questo accordo è sfaldato sin dalla sua base e Fico non è un candidato presentabile, con buona pace di De Luca».