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Il killer dei Casalesi Cirillo è irreperibile: condannato a 30 anni per l’omicidio Noviello

Il killer del clan dei Casalesi Francesco Cirillo è irreperibile dal 20 novembre 2020. Era stato condannato definitivamente a trent’anni di carcere per essere stato fra i gli assassini dell’imprenditore Domenico Noviello, ammazzato dalla camorra aveva denunciato e fatto arrestare per estorsione proprio Cirillo con altri esattori della malavita del Casertano.
A cura di Redazione Napoli
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Francesco Cirillo, conosciuto come "Pasqualino" o col soprannome "Coscia fina", condannato in via definitiva a 30 anni di carcere per l'omicidio dell'imprenditore Domenico Noviello, è irreperibile. Dallo scorso 20 novembre, il giorno dopo il pronunciamento del terzo grado di giudizio, quello della Corte di Cassazione che avrebbe per lui aperto le porte del carcere, è sparito. L'uomo viveva a Casal di Principe (Caserta), ma non si è fatto trovare a casa quando i carabinieri – delegati dalla magistratura – sono andati a notificargli l'ordine di carcerazione per l'esecuzione della pena. Ed è ora «attivamente ricercato da tutte le forze di polizia». Cirillo è ritenuto uno dei sicari dell'imprenditore ucciso il 16 maggio del 2008 a Castel Volturno (Caserta) da un commando di killer guidati dal capo dell'ala stragista dei Casalesi Giuseppe Setola.

La giustizia ha appurato che il clan dei Casalesi si mosse per punire Noviello, che alcuni anni prima, insieme al figlio Massimiliano (attualmente sotto scorta), aveva denunciato e fatto arrestare per estorsione proprio Cirillo con altri esattori del clan; in quella circostanza, era il 2001, Francesco Cirillo fu l'unico condannato tra i camorristi arrestati. Il quotidiano Il Mattino ha intervistato Mimma Noviello, figlia della vittima, ovviamente amareggiata per la fuga dell'assassino riconosciuto colpevole dalla giustizia italiana:

Sono sconvolta e indignata e anche molto preoccupata, visto che io e i miei fratelli ci abbiamo messo la faccia affrontando tutte le udienze, e guardandolo negli occhi. E devo dire che ero convinta, nonostante in aula avesse mostrato un volto quasi dispiaciuto, che non avrebbe aspettato tranquillamente a casa le forze dell'ordine che venivano ad arrestarlo.

Massimiliano Noviello il figlio di Domenico Noviello ha raccontato che il killer si diede alla latitanza dopo la condanna, per cui era prevedibile che lo facesse anche adesso, a maggior ragione dopo una condanna a 30 anni.

Il Comitato don Peppe Diana ed il sindaco di Casal di Principe Renato Natale con una nota in serata hanno espresso la loro preoccupazione per il mancato arresto di Cirillo:

Non conosciamo per quali ragioni, Cirillo, riconosciuto colpevole da tre gradi di giudizio, non sia ora in carcere, ma sappiamo che si tratta dell'ennesimo segnale che potrebbe far incrinare la fiducia della società civile. Sentiamo ancora sulla pelle i brividi della stagione di fuoco del 2008, le morti innocenti, gli arresti eccellenti e gli attentati sventati ma non avremmo mai pensato, dopo un decennio, di dover esprimere timori per una possibile latitanza che si sarebbe dovuta e potuta evitare. È evidente che qualche ingranaggio si è inceppato ma speriamo che la macchina della Giustizia possa tornare ad essere presto efficiente e sicura per tutti. È per questo motivo che chiediamo alle forze dell'ordine e alla magistratura una rinnovata convinzione nella lotta alla criminalità organizzata, evidentemente diversa ma non meno infiltrante.

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