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Il figlio è violento e maleducato? Genitori condannati a risarcire 15mila euro di danni per “deficit educativo”

Napoli, genitori condannati a risarcire 15mila euro per “deficit educativo”: il figlio minorenne aveva aggredito un coetaneo con violenza inaudita.
A cura di Redazione Napoli
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Immagine di repertorio
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Lo hanno definito «deficit educativo». Cioè l' «inadeguata educazione impartita» dai genitori che poi si trasforma concausa dei guai che fanno i figli. In questo caso – siamo a Napoli, il tribunale civile è quello partenopeo – la storia è una sentenza di condanna per genitori, che dovranno risarcire con 15mila euro i danni provocati da un'aggressione compiuta dal figlio minorenne.

I fatti – lo racconta il quotidiano "Il Mattino" – risalgono a qualche anno fa e si sono verificati nel centro storico di Napoli. C'è un gruppo di adolescenti che senza alcuna provocazione apparente aggredisce due coetanei. Uno dei giovani assalitori colpisce con un oggetto contundente un ragazzo, lasciandogli lesioni permanenti sul volto. L’identificazione dei responsabili portò a condanne e, successivamente, all'apertura di un procedimento civile per il risarcimento.

È in questo secondo grado di giudizio che la giudice Barbara Di Tonto ha richiamato l'articolo 2048 del Codice civile, quello che disciplina la responsabilità dei genitori per i danni causati dai figli minorenni, sia per omessa vigilanza sia per carenze educative. A suo giudizio, l’azione «violenta, immotivata, perpetrata con uno strumento potenzialmente letale» basta da sola a dimostrare il fallimento educativo in ambito familiare.

La famiglia dell'aggressore, composta da due professionisti, vive in un contesto descritto come «socialmente integrato». Ma, osserva la giudice, «la gravità del gesto e le modalità dell’aggressione certificano da sole l’inadeguatezza dell’educazione ricevuta». Anche nel caso in cui i genitori tentassero di dimostrare di aver adempiuto ai propri doveri educativi, tale prova – in presenza di un fatto così grave – sarebbe comunque «destinata a infrangersi contro le modalità stesse dell’accaduto».

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