Il corallo arancione torna nel mare di Bagnoli dopo decenni, nonostante l’inquinamento

Il corallo arancione è tornato a splendere nel mare di Bagnoli, quartiere periferico di Napoli per anni inquinato dalla presenza dell'Italsider. Dopo decenni di assenza proprio a causa dell'inquinamento, il corallo arancione endemico del Mediterraneo Astroides calycularis si è ripresentato nel mare di Bagnoli: a dimostrarlo, una ricerca dell'Università del Salento – in collaborazione con la Federico II di Napoli e la Stazione Zoologica Anton Dohrn – che ha mostrato proprio come il corallo arancione possa sopravvivere, crescere e persino riprodursi in un'area marina, come quella di Bagnoli, ancora fortemente compromessa da decenni di inquinamento industriale.
La ricerca – pubblicata sulla rivista specializzata Marine Environmental Reserach – si è avvalsa di 88 colonie di corallo arancione naturalmente presenti sui fondali del Golfo di Napoli, che sono state trapiantate nel sito interessato, ovvero quello di Bagnoli-Coroglio: i ricercatori hanno potuto così osservare che, dopo 4 anni dal loro "innesto", quasi un terzo delle colonie di corallo arancione non solo era sopravvissuto, ma si era anche riprodotto, dando vita a nuove giovani colonie in un ambiente che, per decenni, era stato considerato inquinato e quindi ostile.
"Il successo del trapianto mostra il potenziale della specie come strumento di riqualificazione ecologica, offrendo un modello replicabile anche in altri siti mediterranei in difficoltà" ha spiegato Francesca Necci, giovane ricercatrice del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali dell'Università del Salento e prima autrice della ricerca. "I risultati dimostrano che il corallo non solo resiste, ma può contribuire a ricostruire habitat complessi anche in zone non ancora bonificate. Questa scoperta apre nuove prospettive per gli interventi di restauro in aree costiere che ancora necessitano di azioni di ripristino ambientale" ha dichiarato Luigi Musco, professore di Zoologia all'Università del Salento e coordinatore del team di ricerca.