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Guerra in Ucraina

Il concerto del russo (e amico di Putin) Gergiev a Caserta, pagato dalla Regione Campania, è un caso nazionale

Il direttore d’orchestra russo Gergiev, 72 anni è considerato fedelissimo di Putin. È atteso a fine luglio alla Reggia di Caserta. Ma sul suo concerto è esplosa una polemica enorme.
A cura di Redazione Napoli
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Il presidente russo Vladimir Putin, a sinistra, consegna una medaglia all’allora direttore artistico del Teatro Mariinskij, Valery Gergiev, durante una cerimonia al Cremlino, nel 2016
Il presidente russo Vladimir Putin, a sinistra, consegna una medaglia all’allora direttore artistico del Teatro Mariinskij, Valery Gergiev, durante una cerimonia al Cremlino, nel 2016
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Non è nemmeno la volta che polemiche del genere arrivano in Campania. Se solo si pensa alla vicenda dei murales di Jorit, lo street artist napoletano le cui opere sono state in parte anche finanziate con soldi della Regione di Vincenzo De Luca e che si fece fotografare a Sochi con Vladimir Putin in persona. La storia di Valery Gergiev, però, è diversa. Il concerto del celebre direttore d'orchestra russo, previsto il 27 luglio a Caserta, nell'ambito della rassegna "Un'Estate da Re" che si tiene nella meravigliosa Reggia vanvitelliana, ha valicato i confini regionali divenendo caso nazionale. Il motivo è molto chiaro: il celebre direttore d'orchestra russo è un amico dell'autocrate russo. Una amicizia mai rinnegata anche e soprattutto dopo l'inizio del conflitto generato dall'occupazione russa in Ucraina.

Questi i fatti, dunque: c'è un concerto, il nome di Gergiev salta agli occhi di chi ne conosce la storia. E il carico da cento ce lo mette una lettera inviata al giornale "la Repubblica" da Julija Navalnaja, vedova del dissidente russo Navalny, morto misteriosamente nel 2024 in carcere. La donna  ha definito Gergiev «non solo un amico e sostenitore, ma un complice della politica criminale di Putin». Pur riconoscendone le doti artistiche, Navalnaja ha avvertito: «I grandi maestri possono mettere il loro prestigio al servizio dei regimi più crudeli».

Ovviamente nel ciclone ci finisce Vincenzo De Luca, il presidente uscente e non ricandidabile della Regione Campania, esponente del Pd formalmente, ma in rotta di collisione con tutto e tutti da sempre e che altro non vuole se non creare conflitto su ogni vicenda. De Luca, manco a dirlo, mentre gli esponenti del suo partito – per citarne alcuni, la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno e il senatore Dem Filippo Sensi, entrambi dell'area riformista – chiedono di cancellare il concerto, difende la scelta: «Abbiamo accolto migliaia di profughi ucraini. Non accettiamo logiche di preclusione o interruzione del dialogo, che alimentano solo odio». E poi, con una distorsione argomentativa ad hoc, dice: «Trovo ipocrita chi tace sui massacri a Gaza per indignarsi adesso». Nell'area centrista spiccano  il leader di Azione Carlo Calenda: «Nessun boicottaggio culturale in generale, ma chi fiancheggia un dittatore non deve avere spazio pubblico in Italia» e Mara Carfagna, segretaria di Noi Moderati: «Gergiev è l'ambasciatore del putinismo».

Chi è il direttore d'orchestra russo Valerij Abisalovič Gergiev

Valery Gergiev e Vladimir Putin parlano a Mosca, Russia, anno 2018
Valery Gergiev e Vladimir Putin parlano a Mosca, Russia, anno 2018

Valerij Abisalovič Gergiev, classe 1953, premiato da Putin quale «eroe del lavoro della Federazione Russa», è nato a Mosca e cresciuto in Ossezia, è direttore generale del Teatro Bolshoi ed ha anche interessi economici in Italia. Qualche anno fa la Fondazione anticorruzione fondata proprio da Navalny aveva denunciato che per molti anni il musicista aveva usato per scopi personali ingenti fondi destinati alla cultura che arrivavano da una fondazione creata ad hoc.

Il maestro non è peraltro nuovo alle polemiche come quella sul concerto di Caserta, soprattutto da quando Putin ha aggredito l'Ucraina. Non è infatti la prima volta che viene allontanato dai palcoscenici europei. Ad ottobre 2024 è stato escluso come membro del'Accademia reale svedese di musica per i suoi legami col presidente russo. A febbraio 2022 la Scala di Milano gli aveva chiesto di prendere le distanze da Putin: non lo fece e fu rimosso. La stessa sorte gli era toccata alla Carnegie Hall di New York e alla Filarmonica di Monaco.

Ieri il ministro della Cultura Alessandro Giuli sul caso di Caserta ha rincarato la dose: «Il concerto del consigliere di Putin rischia di trasformare un evento culturale di alto livello in una cassa di risonanza della propaganda russa, mentre l’Ucraina è una nazione invasa. Sarebbe deplorevole. L'arte non può essere censurata ma la propaganda è altra cosa». De Luca non è al momento disposto a cedere su tutta la linea. I prossimi giorni saranno decisivi per capire come si evolverà la vicenda. C'è anche un rischio di ordine pubblico poiché, nel caso in cui dovesse tenersi l'evento, ci sarebbero manifestazioni pro-Ucraina e anti-Putin all'esterno della Reggia di Caserta. Un picchetto di protesta ci sarà sicuramente il 19 luglio alle 16 in piazza Carlo di Borbone a Caserta.

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