Giunta regionale di Fico, si fa largo Marco Sarracino (Pd) vicepresidente con delega al Lavoro. Casillo ai Trasporti

C'è un elemento, emerso nel giro di queste ore e rimbalzato da Roma a Napoli, che potrebbe spaginare quelle pochissime certezze sulla nuova giunta regionale della Campania guidata da Roberto Fico. È la vicepresidenza a Marco Sarracino, 36 anni, deputato del Partito Democratico, gavetta politica nei Giovani Democratici napoletani, uno dei volti della segreteria nazionale guidata da Elly Schlein, proveniente dalla corrente che fa riferimento ad Andrea Orlando.
Il nome di Sarracino consentirebbe di raggiungere un equilibrio nel Partito Democratico, principale formazione del campo largo. Se il deputato Dem dovesse diventare vicepresidente avrebbe la delega al Lavoro. Così si sbloccherebbe una richiesta di Mario Casillo, quella di avere l'assessorato ai Trasporti. Finora la combo vicepresidenza-Trasporti nelle mani di Casillo non convinceva il nuovo governatore. Sarracino alla vicepresidenza della Regione per un effetto domino darebbe il via libera anche alla nomina di Gilda Sportiello, deputata del Movimento Cinque Stelle che entrerebbe in giunta con la delega al Welfare. Entrambi per entrare a Palazzo Santa Lucia e giocarsi questa carta devono dimettersi dal Parlamento.
Intanto il neo presidente Fico, oggi proclamato in Corte d'Appello, qualche cosa sulla sua squadra la dice, stando bene attento a non fare nomi: «Io ho detto che un consigliere non può fare l'assessore e chiaramente anche un non eletto che si trovava in lista non può fare l'assessore, ma non significa che non ci saranno assessori politici che le forze politiche proporranno, ci mancherebbe questo».
L'ex presidente della Camera spiega la ratio di questo paletto e la attribuisce anche ad una norma particolarmente contorta della legge regionale della Campania: «C'è un criterio di una legge elettorale che è stata fatta nell'ultimo scampo della legislatura dove il primo dei non eletti poi diventava consigliere in caso un consigliere diventasse assessore. Poi se l'assessore consigliere cessasse di fare l'assessore tornerebbe in Consiglio e questa persona uscirebbe di nuovo fuori. Io credo che invece dobbiamo avere un Consiglio regionale forte, che sia di equilibrio sempre anche alla Giunta come ci dice la nostra Costituzione e come funziona normalmente». L'obiettivo, quindi, è evitare le porte girevoli. E in tal senso si spiegherebbe anche l'idea di avere un vicepresidente regionale che non ambisca alle Politiche del 2027 – cosa che invece farà Casillo, in pole position per un posto da parlamentare.