Giunta regionale Fico, congresso provinciale Pd e assessori a tempo: stallo alla messicana in Campania

Lo stallo alla messicana è una situazione nella quale nessuno dei presenti può muoversi senza rischiare di farsi fare secco dagli altri. È esattamente questa la condizione del Partito Democratico che si appresta al congresso provinciale, congresso che sarà rinviato ancora (al 30 o al 7 gennaio) e che condiziona pesantemente la composizione della nuova giunta della Regione Campania guidata da Roberto Fico. Fitti i contatti tra il segretario regionale Pd Piero De Luca, i papabili vicepresidenti Mario Casillo e Marco Sarracino e Igor Taruffi, responsabile organizzazione del Pd, per evitare una frittata.
Intanto oggi si proclamano gli eletti al Consiglio regionale e scatta il conto alla rovescia: 20 giorni e va convocata la prima seduta presieduta dal consigliere anziano, ma Fico deve anche costituire l'Ufficio di presidenza, quel nucleo vicinissimo al governatore che ne coordina impegni e agenda.
Ma qual è questo stallo? Semplicemente, Casillo non si fida. Azionista di maggioranza della vittoria elettorale Dem, ambisce a vicepresidenza e assessorato ai Trasporti nella squadra Fico. Solo una volta sbloccata questa nomina dovrebbe dar seguito agli accordi pre-elettorali (quelli che hanno portato Piero De Luca alla segreteria regionale del partito) e agevolare il passaggio nel congresso napoletano da Peppe Annunziata ad un elemento di area Schlein (Francesco Dinacci? Salvatore Zanfardino?).
In quest'accordo di massima c'è anche l'ascesa del sindaco di Portici Enzo Cuomo a Palazzo Santa Lucia, come assessore. Ma non prima di aver trovato la quadra sul successore di Cuomo a Portici senza spaginare gli accordi in corso per le elezioni Amministrative di giugno 2026 in provincia di Napoli (si vota in comuni importanti come Afragola, Frattamaggiore, Ercolano, Terzigno, San Giorgio a Cremano). Nota indicativa e triste: i partiti hanno un serio problema a indicare donne in giunta, come invece chiedeva l'ex presidente della Camera oggi al timone dell'Ente regionale. Fico la ribadirà, quest'esigenza, cazziando il campo largo che se n'è fregato bellamente. Per ora solo Pd (con Teresa Armato?) , i Verdi per Avs (Fiorella Zabatta o Nelide Milano); Casa Rifomista di Matteo Renzi (con Angelica Saggese?) potrebbero proporre donne.
Il congresso provinciale Pd e le sue regole
Il congresso provinciale partenopeo potrebbe essere un tranquillo passaggio o un accumulatore di scontri e tensioni covati nelle ultime Regionali. La questione è che la platea congressuale su cui viene determinata la percentuale di firme necessarie per la presentazione delle candidature a segretario metropolitano è di 5.839 iscritti. Ad ogni candidato serve un minimo di 234 tesserati (pari al 4%) ed un massimo di 467 tesserati (pari al 8% della platea) da iscritti di almeno 5 circoli presenti nella provincia. Duecentotrenta tessere sono poche, è possibile per molti gruppi presentare una candidatura "di disturbo", in attesa di sedersi al tavolo per accordi.
Potrebbe farlo il gruppo di Enza Amato, prima dei non eletti in Consiglio regionale che nonostante il buon risultato si sente totalmente ignorata dai maggiorenti Dem. Potrebbe farlo l'area di Bruna Fiola, ma molti altri «corpuscoli» di partito ci pensano. Per questo occorre appianare le divergenze prima di andare al voto.
Il repulisti nel Partito Democratico di Caserta: 24 cacciati via
In questo clima ieri c'è stato un clamoroso repulisti a Caserta: la commissaria provinciale dei Dem di Caserta Susanna Camusso, ha cacciato dal partito 24 tra dirigenti ed ex amministratori. Motivo? Si sono candidati o hanno sostenuto pubblicamente liste diverse da quelle del Pd alle elezioni regionali. Tra questi spiccano gli ex assessori della giunta guidata dal sindaco Pd Carlo Marino, caduta nell'aprile scorso in seguito allo scioglimento per infiltrazioni camorristiche, Anna Maria Sadutto e Vincenzo Battarra: la prima si è candidata con De Luca, il secondo ha sostenuto ‘A testa Alta'. Esclusi anche gli ex consiglieri Roberta Greco e Andrea Boccagna, l'ex presidente del Consiglio comunale Michele De Florio, l'ex assessore Antonio Ciontoli e l'ex vicensindaco Ubaldo Greco. Sei gli esclusi a Marcianise, tra cui l'ex segretario provinciale del Pd Dario Abbate, quattro consiglieri comunali e il commissario cittadino Giuseppe Madonna. Tre sono invece i Dem cacciati a Castel Volturno e altri tre a Mondragone, tra questi l'ex sindaco Achille Cennami.
Il nodo Bonavitacola: Fico non lo vuole in giunta
Questo blocco del congresso Pd blocca anche la giunta regionale Fico, dove i Dem sono una fetta importante: devono avere 3 assessori e la vicepresidenza, forse anche la presidenza del Consiglio regionale (che però potrebbe andare anche a Pellegrino Mastella, per placare il padre, Clemente Mastella). "A testa alta" di Vincenzo De Luca preme per due nomine. Fulvio Bonavitacola non è mai stato così presente nei toto giunta, nemmeno nei 10 anni in cui è stato grand commis del deluchismo, antenna di trasmissione dei desiderata presidenziali sull'asse Salerno-Napoli. Per questo Fico non lo vuole e forse è l'unico vero no chiaro. Ettore Cinque (uscente al Bilancio) è possibile riconferma.
De Luca non può opporsi più di tanto su Bonavitacola, sa che far emergere una polemica così prematura e per di più su un singolo, lo esporrebbe a critiche. E poi sarebbe svilente per uno come l'ex vicepresidente della Regione, che ha quasi cinquant'anni di attività politica alle spalle, sempre ad alti livelli, finire sballottato in un ping pong di «politica politicante», per usare le parole di De Luca.
Gli assessori a tempo e le porte girevoli in giunta verso le Politiche 2027
La giunta della Regione Campania è una porta girevole? Al momento ci sono almeno tre papabili assessori che ambirebbero ad un posto nella squadra di Fico ma non rinunceranno certo alle Politiche del 2027 per un posto alla Camera o al Senato. Del resto, fare l'assessore regionale un anno prima di candidarsi alle Elezioni Politiche è un formidabile trampolino di lancio, ambito da molti.
Uno che sicuramente lo farà è Mario Casillo. Ma ad un soggetto che gode di una platea con almeno 80mila preferenze non si può dire di no, il Pd (nazionale e locale) lo sa, Fico pure. Tant'è che con l'ultima assemblea nazionale Dem, Casillo (che fa parte della corrrente guidata da Stefano Bonaccini) è entrato nel gruppone guidato da Elly Schlein. Poi c'è Enzo Maraio, segretario del Partito Socialista Italiano e papabile assessore regionale. Anche lui guarda a Montecitorio e ci proverà, quando sarà il momento.
Infine, in casa Avs, dove i Verdi dovranno scegliere l'assessore, Fiorella Zabatta, la papabile, non vuole mollare l'opzione Parlamento. Insomma non vuole lasciare lo slot libero ad altri e quindi nel 2027 si candiderebbe. Così, nelle ultime ore, nel Sole che Ride matura l'opzione di Nelide Milano, co-portavoce di Napoli dei Verdi e consigliera federale nazionale, molto impegnata sul fronte della sicurezza dei minori.
Gilda Sportiello dei 5 Stelle e Marco Sarracino, Pd, referente degli orlandiani nell'area Schlein, se dovessero entrare in giunta Campania, invece farebbero il percorso inverso: si dimetterebbero da parlamentari.
Fico non sarà tagliatore di teste di dirigenti e aziende regionali

Quando Roberto Fico nelle sue ultime uscite ha parlato di Pubblica amministrazione autonoma dalla politica, bisognava ascoltarlo attentamente. Negli anni passati al Montecitorio, da presidente della Camera, Fico ha affinato la capacità di riferirsi a fatti e circostanze con sfumature, senza andare diretto e duro (come invece la sua ‘scuola politica' il primo Movimento Cinque Stelle, suggerirebbe). Una lezione imparata guardando in azione il Capo dello Stato Sergio Mattarella durante le consultazioni di governo.
Questo preludio è per spiegare che su dirigenti e nomine last minute di Vincenzo De Luca (soprattutto nella sanità) Fico non avrà lo spirito del tagliatore di teste, non farà spoils system selvaggio. I nominati dallo "sceriffo di Salerno" saranno analizzati per ciò che sono: burocrazia regionale che deve portare risultati e mantenere standard. Qualcuno sta già offrendo la testa sul ceppo (Umberto de Gregorio, capo di Eav) è chiaro che su ruoli del genere peserà anche molto la politica. Se i Trasporti andranno in mano a Casillo, de Gregorio non sarà certo "in linea" con la visione del nuovo assessore.