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Gioielliere vittima di estorsione per 15 anni: ha consegnato al clan gioielli per 70mila euro

I carabinieri hanno fermato 6 persone, ritenute appartenenti al clan Ligato-Lubrano, operante nell’Alto e Medio Casertano, per estorsione consumata e tentata ai danni di un gioielliere della zona.
A cura di Valerio Papadia
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Immagine di repertorio
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Vittima di estorsione e in balia del clan per 15 anni: questo l'incubo di un gioielliere della provincia di Caserta, costretto a consegnare al sodalizio criminale gioielli e oggetti preziosi. In seguito alla denuncia presentata dall'esercente e alla successiva attività investigativa coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, i carabinieri della compagnia di Capua hanno arrestato 6 persone, ritenute appartenenti al clan Ligato-Lubrano, operante nell'Alto e Medio Casertano; i sei indagati devono rispondere, a vario titolo, di estorsione tentata e consumata, in concorso, aggravata dal metodo mafioso.

Le indagini hanno rivelato che, tra il 2008 e il 2023, per ben 15 anni, il gioielliere sarebbe stato vittima di continue e pressanti richieste estorsive da parte dei sei soggetti indagati: stando a quanto stimato, il commerciante avrebbe consegnato al clan gioielli e oggetti preziosi per un valore complessivo di 70mila euro.

Il gioielliere non paga: il clan preparava azione ritorsiva per Natale 2025

Come è emerso ancora dall'attività investigativa, nel corso del 2025 il clan avrebbe avanzato ancora richieste estorsive al gioielliere. In particolare, gli indagati avrebbero preteso ancora gioielli e un orologio Rolex del valore di 30mila euro; il gioielliere, però, si è rifiutato di assecondare le richieste estorsive. A fronte proprio del diniego del commerciante, come ricostruito dagli inquirenti, gli indagati avrebbero progettato di mettere in atto una ritorsione da attuarsi durante le festività natalizie appena trascorse, al fine di costringere l'uomo a consegnare ulteriori 50mila euro.

Al termine delle indagini, nelle scorse ore, i carabinieri hanno proceduto a eseguire i decreti di fermo nei confronti dei 6 indagati: cinque sono stati associati nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, nel Casertano, mentre il sesto nel carcere di Como. Contestualmente, i militari dell'Arma hanno eseguito anche perquisizioni: in casa di uno degli indagati sono stati rinvenuti e sequestrati 6.600 euro di dubbia provenienza, mentre in casa di un altro indagato sono stati sequestrati 17 chili di polvera da sparo, un coltello e un tirapugni.

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