Il fumettista francese Eliot Franques racconta com’è vivere a Napoli, disegnando la sua quotidianità

«Non mi piace fare paragoni, ogni città ha i suoi pro e contro. Ma Napoli stimola molto la mia creatività». Eliot Franques è un vignettista francese che, da quasi due anni, vive in centro storico a Napoli, assieme alla moglie, napoletana, e alla figlia piccola. Arrivato dalla Normandia, nord della Francia, e "trapiantato" nel cuore di Napoli, le sue vignette pubblicate sui social con il soprannome di "Un francese di me*da a Napoli", di cui Eliot Franques è l'alter ego, ha raccontato a Fanpage.it il suo impatto con la città partenopea.
Franques, come nasce questo soprannome?
Mi piace essere "anonimo". Non mostro mai neanche il mio volto sui social. Preferisco così, mi affido ai disegni. E poi così posso dire quello che voglio. Io sono un fumettista, ma questa pagina in particolare è nata più per dire: «Voglio esprimermi liberamente», senza vincoli. E vedremo dove mi porterà: venire a Napoli, in questo contesto, con la mia compagna, mi ha dato l'occasione di fare qualcosa che non avrei mai pensato. Del resto, Napoli stimola molto la creatività.
Come si trova un francese nella quotidianità partenopea?
Nella zona in cui vivo, mi vedono un po' come la “figura esotica” del posto. Il rapporto più curioso è quello che ho con alcuni commercianti: in genere tendo a salutare sempre quando entro nei negozi, ed invece altrettanto spesso vengo un po' ignorato. Forse credono sia un turista, chissà. Su questa cosa ci ho realizzato anche una vignetta. Non tutti ovviamente sono così, anche se mi capita spesso di trovare commercianti di questo tipo.
Parlando di vignette, ne ha una che le piace più delle altre?
Sì, la mia vignetta preferita è quella di "Johnny Depp": ovvero, quella in cui racconto in maniera ironica quando vedo i venditori in strada di calzini che ti chiamano Johnny Depp per fermarti. E ci scherzo su, ovviamente.
Nelle sue strisce racconta molti episodi di vita vissuta, soprattutto nelle strade di Napoli: come e quando ha scoperto i rotoli di carta igienica con i volti e gli stemmi degli avversari del Napoli Calcio…
Sì, anche quella era una vignetta, ma è stata tolta. Non da me però: un giorno Instagram mi scrive che la vignetta è stata rimossa, e di stare attento in futuro perché potrebbero chiudere la pagina. Forse qualcuno che non l'ha apprezzata e ce l'ha segnalata. Un amico italiano che fa il disegnatore mi aveva anche avvertito: «Fai attenzione con il calcio…». E infatti.. ci siamo rimasti un po' male, però pazienza.
Come descriverebbe Napoli ad un amico francese?
Con una parola che magari utilizzano tutti: caotica. Ma al contempo, anche unica: una unicità che nasce dalla capacità e dalla sua caratteristica di unire la storia, l'architettura, il paesaggio, il Vesuvio.. tutto unito, ed unico, in una sola città.
E se invece dovesse descrivere ai napoletani la Normandia?
Beh, anzitutto direi che là le spiagge sono gratuite. Tutte, anche se ad agosto il mare è abbastanza freddo. Però a parte questo, il paragone è difficile, perché in Normandia non ci sono grandissime città, come magari nel resto della Francia. Per questo cerco di non fare mai paragoni diretti, anche nelle vignette. Ci sono sempre aspetti positivi e negativi, in tutte le città.
Cosa le piace di più di Napoli?
La mozzarella (ride). Ma in particolare, adoro i vicoli e soprattutto la luce che c'è nelle strade del centro storico: davvero caratteristiche, sono uniche, specie quando passeggio di sera. L'ho già detto: Napoli è una città che incentiva molto la creatività.
Qual è invece la cosa che più non le piace di Napoli?
Vedere la città un po' troppo sporca, ma soprattutto la mancanza di spazi verdi: troppe persone e troppo pochi spazi aperti. Quando hai un bambino e vuoi portarlo da qualche parte, non ci sono molte zone in cui portarlo. Togliendo questi due problemi, la città è magnifica. Però attenzione: Parigi è molto pulita, anche troppo. E anche questa è una cosa che in parte mi infastidisce. Il centro di Napoli è invece caratteristico così com'è, mi piace il cuore popolare di Napoli rispetto magari alla “freddezza” delle grandi metropoli.