Francesco Pio Maimone ucciso per una scarpa sporca, ergastolo confermato per Valda anche in appello

Ergastolo confermato anche in appello per Francesco Pio Valda, accusato dell'omicidio di Francesco Pio Maimone, l'aspirante pizzaiolo di 18 anni ucciso la notte del 20 marzo 2023, a Mergellina, sul Lungomare di Napoli. Stava mangiando un panino agli chalet, quando un colpo esploso per una lite per una scarpa sporcata, nella quale non c'entrava nulla, lo centrò in pieno petto. La Corte di Assise di Appello di Napoli, oggi, lunedì 1 dicembre, ha confermato la condanna all'ergastolo inflitta in primo grado a Francesco Pio Valda. La decisione dei giudici è stata accolta dalle lacrime dei genitori Tina e Antonio Maimone, presenti oggi nell'aula del tribunale di Napoli. "Pio è un simbolo di tutta Napoli – ha detto commossa Tina Maimone – i magistrati hanno capito il dolore di mamma. Oggi più che mai portiamo in gloria Pio".
La Corte di Assise di appello di Napoli ha confermato anche le condanne inflitte in primo grado a Pasquale Saiz, Giuseppina Niglio e Alessandra Clemente. Per Salvatore Mancini, invece, ha escluso l'aggravante mafiosa e rideterminando la pena a 2 anni e sei mesi. In primo grado Alessandra Clemente, cugina di Valda, venne condannata a due anni e sei mesi. Giuseppina Niglio, la nonna di Valda, a quattro anni e sei mesi. Pasquale Saiz, a quattro anni come Mancini a cui oggi la Corte di Assise di Appello ha ridotto la pena a due anni e mezzo ritenendo insistente l' aggravante mafiosa. "La sentenza rende giustizia alla famiglia – ha commentato il legale dei Maimone, l'avvocato Sergio Pisani – ed è un chiarissimo segnale rivolto ai giovani a cui viene detto che la strada da intraprendere è lontana da quella che ha preso Francesco Pio Valda".
I genitori di Francesco Pio Maimone piangono in aula
Commossi i genitori di Francesco Pio Maimone. "Eravamo sulle spine – ha ammesso il papà Antonio – abbiamo sempre creduto nella magistratura, che si è fatta sentire, chi commette questi delitti, paga. La giustizia esiste, ringraziamo i giudici per averci dato giustizia per nostro figlio".
Alla vigilia del processo di secondo grado, il 6 novembre scorso, avevano scritto una lettera commossa: "La vita di Francesco Pio Maimone, un ragazzo per bene, lavoratore instancabile, generoso e con tanta voglia di vivere e di amare, si è spenta per sempre a causa di una scarpa sporca. Per noi un dolore atroce, una condanna a vita. Quella notte si è fermato anche il nostro respiro". Ieri, Antonio e Tina avevano ribadito di volere giustizia per il figlio ucciso e chiesto che quanto accaduto possa spingere i giovani a comprendere che anche se nascono e vivono in quartieri degradati della città, c'è comunque un'alternativa alla malavita.
La lettera di Valda: "Chiedo scusa". Il papà di Maimone: "Chieda perdono a Dio"
Valda, in una lettera diffusa alla vigilia della sentenza di appello, aveva espresso pentimento per l'accaduto: "Credete in me ora che ho preso coscienza di quello che ho determinato, non sono un fenomeno. Non vado fiero di quello che ho fatto, non ho chiesto scusa perché non avevo il coraggio, non sono un fenomeno, la vita non va sprecata". E, ancora, rivolgendosi ai giovani: "Uscite andate a divertirvi, credete in me ora che ho preso coscienza di quello che ho fatto".
Antonio Maimone, papà di Francesco, ha però respinto le scuse: "Non posso accettare le parole di Valda – ha detto – che giungono dopo 32 mesi di sofferenza, dopo averci fatto un video sfottò con una pizza in mano e ferendoci nuovamente. Oggi non si può presentare in aula e chiederci scusa. Il perdono deve chiederlo a Dio, e alla città di Napoli, non a me. Io sono un semplice cittadino, non ho questa forza per accettare. Sui social diceva che si sarebbe fatto la carcerazione forte come un leone, ma dopo 32 mesi non ha più quella forza. Ringraziamo tutti, perché Pio è entrato in tutte le case napoletane e italiane".