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Covid 19

Focolaio Covid in una Rsa di Torre Annunziata, cinque anziani morti: due donne accusate di omicidio plurimo

Le due responsabili della struttura sono indagate per omicidio plurimo: nei loro confronti è scattato il divieto temporaneo di esercitare le attività professionali e imprenditoriali.
A cura di Valerio Papadia
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Devono rispondere dell'accusa di omicidio plurimo le due donne che gestivano la Casa Famiglia Maria Immacolata S. Vincenzo dei Paoli, residenza per anziani di Torre Annunziata, nella provincia di Napoli, nella quale tra l'ottobre e il novembre del 2020, nel pieno della seconda ondata della pandemia, scoppiò un focolaio di Covid-19: tutti i residenti, 12 anziani in totale, risultarono positivi e, purtroppo, cinque di essi morirono nella prima decade di novembre. Questa mattina i carabinieri, su ordinanza del gip del Tribunale di Torre Annunziata e su richiesta della locale Procura della Repubblica, hanno notificato alle due donne ordinanze di divieto temporaneo di esercitare le attività professionali e imprenditoriali, con mansioni e profili di diretta o indiretta assistenza alle persone fragili. Oltre che di omicidio plurimo, le due donne sono accusate anche di abbandono di persone minori o incapaci e di violazione delle leggi sanitarie in materia di esercizio di una struttura di tipo Rsa.

Nella Rsa non venivano rispettate le norme anti-Covid

Le indagini, condotte dai carabinieri di Torre Annunziata e coordinate dai magistrati della locale Procura della Repubblica, hanno preso il via subito dopo i tragici accadimenti, che si sono svolti tra il 25 ottobre e l'11 novembre del 2020. L'attività investigativa ha permesso ai militari dell'Arma di scoprire che le due donne responsabili della struttura – una 90enne che figurava in qualità di presidentessa di un'associazione no-profit che gestiva la Rsa e una 62enne che di fatto mandava avanti la struttura – non avevano le autorizzazioni per esercitare e inoltre non rispettavano le norme anti-Covid vigenti, in una situazione drammatica come quella della seconda ondata di un anno fa.

All'interno della residenza per anziani, infatti, gli ingressi dall'esterno non erano vietati, come invece richiedevano i protocolli, così come gli ambienti non venivano sanificati, mentre assistiti e assistenti non indossavano le mascherine protettive, sempre in spregio alle norme anti-contagio.

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