Elezioni Regionali 2025

Elezioni Regionali Campania, intervista a Davide D’Errico (Lista Fico Presidente): dal dolore all’impegno

Davide D’Errico, candidato con Roberto Fico, propone una legge per le famiglie dei malati, rilancio dei beni confiscati e un prestito di cittadinanza per la casa.
Intervista a Davide D'Errico
Imprenditore nel settore dei progetti a impatto sociale
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Davide D’Errico
Davide D’Errico
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Davide D'Errico, candidato alle Elezioni Regionali in Campania nella lista civica che sostiene Roberto Fico Presidente nel centrosinistra, è un imprenditore sociale, classe 1991. A Fanpage spiega perché ha deciso di candidarsi e quali sono i punti qualificanti del suo progetto.

Perché la decisione di infilarsi in una competizione complessa e non priva di veleni come quella delle Regionali in Campania?

Perché la mia storia personale mi chiede di non girarmi dall’altra parte. Negli ultimi cinque anni ho vissuto la malattia degenerativa di mio padre, una patologia neurologica che lo ha completamente spento e distrutto. Ho visto cosa non funziona nella sanità, ma soprattutto quanto sono sole le famiglie. Seguire il prepensionamento di mio padre, vedere l’uomo che era il mio eroe non riuscire più a chiamarci per nome, a mangiare, a muoversi da solo, è stato drammatico. Ho capito quanto si sentono abbandonate tante famiglie, e credo che la disaffezione verso la politica nasca anche da questa solitudine non rappresentata.

Oggi la politica sembra una parolaccia, ma dovrebbe tornare a essere sinonimo di impegno collettivo. Io vorrei trasformare questo dolore in impegno, e penso che con Roberto Fico ci sia lo spazio per farlo.

Dal punto di vista legislativo, cosa si può fare per queste famiglie?

Due cose, subito. La prima è una legge regionale per le famiglie dei malati degenerativi. Quando si ammala una persona con una malattia che non dà speranze, si ammala tutta la famiglia: ci si sente soli, impotenti. Chi non ha lavoro fatica a cercarlo, chi ce l’ha non riesce più a essere performante. Tutto diventa più pesante. Serve un accompagnamento psicologico gratuito per tutto il nucleo familiare e un reddito di cura. Perché la malattia, oltre a essere devastante, diventa un costo enorme: badanti, pannoloni, farmaci, cibo. Non è giusto che chi è stato già punito dalla vita debba sentirsi abbandonato anche dallo Stato.

Hai anche un passato da imprenditore del sociale e un impegno anticamorra. Deriva anch’esso da una storia personale.

Assolutamente sì. Una Regione a misura di giovani deve essere innanzitutto una Regione anticamorra. Per me è un tema identitario, non una ricorrenza da celebrare una volta l’anno. È giusto ricordare le vittime innocenti, ma l’anticamorra non può ridursi a quello. Mio nonno, Lucio D'Errico, che non ho mai conosciuto, nel 1993 è stato ucciso, nella sua azienda, per aver detto no al pizzo. È un eroe, ma anche una ferita: di lui so solo ciò che ho letto sui giornali o sentito in famiglia.
L'anticamorra, per me, vive soprattutto nel simbolo potentissimo dei beni confiscati. In Campania ce ne sono più di duemila: la maggior parte è abbandonata o distrutta. Non possiamo permettercelo. Se togliamo qualcosa ai camorristi, dobbiamo restituirlo alla collettività, soprattutto ai più piccoli e ai più poveri. E non solo recuperando i locali strutturalmente, ma facendoli vivere: imprese sociali, culturali, coworking, associazioni, spazi di comunità. Quella è la vera anticamorra.

Ti sei sposato da poco. Hai parlato spesso del tema della casa come emergenza per i giovani.
Sì, è una questione centrale. Oggi molte famiglie non riescono nemmeno ad accedere a un mutuo. Negli ultimi quindici anni tre milioni di giovani hanno lasciato la Campania: come se si fosse svuotata l’intera provincia di Napoli. Per fermare questa emorragia dobbiamo ripartire dal diritto alla casa. Con il Manifesto per i giovani abbiamo chiesto a Roberto Fico di investire in una misura che abbiamo chiamato prestito di cittadinanza: un sistema di garanzie regionali per chi vuole acquistare la prima casa, purché ad uso abitativo.
La casa è il primo valore su cui si costruisce il futuro, l'amore, la speranza. Deve tornare a essere un diritto, non una chimera.
Io e Maria, che ci siamo sposati da poco, ne siamo un esempio: troppo ricchi per accedere al bonus giovani o al mutuo agevolato, ma troppo poveri per ottenere un mutuo normale. Ecco perché garantire una casa ai ragazzi che vogliono restare in Campania deve diventare una priorità.

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