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È morto Francesco Mallardo, il superboss di camorra era ai domiciliari in clinica

È deceduto oggi, 29 maggio, Francesco Mallardo, ritenuto ai vertici dell’omonimo clan e dell’Alleanza di Secondigliano; da pochi giorni era ricoverato in una struttura riabilitativa.
A cura di Nico Falco
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È morto questa mattina, 29 maggio, Francesco Mallardo, ritenuto il superboss dell'ominimo clan e ai vertici dell'Alleanza di Secondigliano insieme ai Contini e ai Licciardi. Settantaquattro anni compiuti il 1 aprile, "Ciccio ‘e Carlantonio" stava scontando 30 anni di reclusione; da pochi giorni aveva lasciato il carcere per motivi di salute ed era in detenzione domiciliare presso una struttura riabilitativa in Emilia Romagna. La richiesta di scarcerazione risale a tre mesi fa, il 27 maggio gli era stata concessa la detenzione domiciliare in clinica; malato terminale, era sottoposto a terapie palliative. A confermare la notizia del decesso a Fanpage.it è il suo avvocato, Gian Paolo Schettino.

La nascita del clan Mallardo

Il clan, nato negli anni '70 a Giugliano in Campania, e inizialmente guidato da Francesco Mallardo, dal fratello Giuseppe (detenuto) e dal cugino Feliciano (morto nel 2015), prese il controllo della cittadina della provincia di Napoli dopo una faida con i Maisto. Successivamente il clan è stato tra i fondatori della Nuova Famiglia, il cartello di camorra sorto in contrapposizione alla Nuova Camorra Organizzata del superboss Raffaele Cutolo.

Il suffisso "di Carlantonio", comune ai fratelli Mallardo, è ereditato dal padre, Domenico Mallardo, alias "Mimì di Carlantonio". All'epoca era usanza comune indicare, come riferimento accanto al nome, anche quello di un genitore. Mimi' ‘e Carlantonio venne ucciso nel 1967; i responsabili non sono mai stati accertati nonostante i processi, ma secondo alcuni collaboratori di giustizia sarebbe stato il clan Maisto, e all'agguato avrebbero partecipato il boss Alfredo Maisto (morto nel 1976) e i tre figli Luigi (ucciso nel 1979), Antonio (ucciso nel 1987) ed Enrico (ucciso nel 1992 in Abruzzo).

Per l'omicidio di Luigi Maisto, circostanza in cui era stato ferito anche il fratello Enrico, erano stati condannati in primo grado Francesco e Giuseppe Mallardo (16 anni di reclusione) e i fratelli Luigi e Guglielmo Giuliano (9 anni e 4 mesi di reclusione), boss pentiti di Forcella. Secondo "Lovigino" il figlio del boss Maisto era stato ucciso per favorire l'ascesa dei fratelli Mallardo, che nei confronti della vittima nutrivano anche desiderio di vendetta per la morte del padre. In appello Francesco e Giuseppe Mallardo sono stati assolti per non avere commesso il fatto.

I Mallardo e l'Alleanza di Secondigliano

Negli anni il clan Mallardo è stato al centro di numerose inchieste giudiziarie, che hanno svelato la capacità del gruppo criminale di ramificarsi ben oltre i confini di Giugliano e di infiltrarsi nel tessuto economico e nella politica. L'ascesa della cosca camorristica è legata indissolubilmente all'Alleanza di Secondigliano, che vede ai vertici anche i clan Contini e Licciardi. Una alleanza sancita anche da parentele: Francesco Mallardo, Gennaro Licciardi (morto nel 1994) ed Eduardo Contini sono cognati in quanto hanno sposato tre sorelle.

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