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Droga e telefoni in carcere a Napoli, il garante parlava in codice: alberghi e completini

Al telefono con una complice, Pietro Ioia parlava di alberghi e completini riferendosi alle consegne dei cellulari. L’inchiesta nata indagini su un omicidio.
A cura di Nico Falco
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Al telefono con Sonia Guillari, identificata come sua complice per l'introduzione di telefonini dietro le sbarre, Pietro Ioia, il garante dei detenuti di Napoli finito agli arresti oggi, parlava in codice. E così il carcere diventava "l'albergo", e gli elenchi dei colloqui venivano mascherati come quelli degli ospiti, e i pacchetti da consegnare diventavano talvolta camere da affittare, altre volte completini. Discorsi che farebbero pensare a un dialogo tra amanti ma, scrivono chiaro gli inquirenti nell'ordinanza, non è mai emerso che tra i due ci fosse una relazione sentimentale, ma che si trattasse, appunto, di parole in codice per sviare le indagini.

L'inchiesta nata da indagine su omicidio a Casoria

L'inchiesta che ha portato agli arresti di questa mattina nasce da indagini sull'omicidio di Gianluca Coppola, gravemente ferito a Casoria (Napoli) nell'aprile 2021 a colpi di pistola e morto nel mese successivo. Per quella vicenda è in carcere Antonio Felli, condannato a 20 anni di carcere nel luglio 2022. Gli inquirenti avevano scoperto che l'uomo, sebbene in carcere, aveva a disposizione un telefono cellulare e intercettando il dispositivo hanno capito che non era l'unico ad utilizzarlo.

Si sono quindi chiesti come avesse fatto il cellulare ad entrare a Poggioreale, arrivando così a Pietro Ioia: in diverse intercettazioni i coinvolti nel giro, pur non facendone il nome, parlano di una persona che sarebbe arrivata insieme a Samuele Ciambriello, garante regionale dei detenuti. Conferme sono arrivate poi dalle intercettazioni a Ioia, ambientali e telefoniche, nelle quali si parla sia della droga sia dei telefonini.

Le parole in codice usate da Ioia: alberghi e completini

Quando era costretto a parlare al telefono degli incontri che avrebbe dovuto organizzare coi detenuti, e dei telefonini da consegnare, Ioia utilizzava parole in codice, in modo da ostacolare eventuali indagini su di lui. Modus operandi che emerge anche da due intercettazioni datate 10 dicembre 2021 e che raccontano le fasi organizzative per far entrare a Poggioreale due telefoni.

Qualcosa, però, è andato storto: sarebbero dovuti essere due modelli piccoli, invece chi aveva il compito di procurarli ne ha due grandi. E questo cambia tutto, si deve trovare un altro sistema per nasconderli. Sonia Guillari contatta quindi nuovamente Maria Maresca Cardamone e le spiega che è necessario che la persona incaricata di portare materialmente in carcere i cellulari, per gli inquirenti Pietro Ioia, li veda il prima possibile per verificarne le dimensioni.

Pochi minuti dopo, la seconda telefonata, questa volta tra la Guillari e Ioia. La donna lo avverte che l'altra farà tardi: "Amore, guarda, questa ancora deve venire… ora mi ha chiamato e ha detto "Sonia, faccio una mezz'ora più tardi". E ho detto "Senti, ma non si può fare così perché a quest'ora già stavano tutte le cose… già tenevo il b&b prenotato… il completino incartato e tutte cose… le ho detto "Ma io ora che ti posso dire?". Anche perché a me (incomprensibile, ndr) che mi dava una stanza grossa e una piccolina ora mi stai dicendo che sono due stanze grosse, io devo vedere pure di organizzarmi".

Si parla di "completino" anche in un'altra conversazione, risalente a qualche giorno dopo, sempre tra la Guillari e Ioia. L'uomo le dice di avere spiegato a "quello dell'albergo", ovvero il detenuto Vincenzo Castello, che non avrebbe potuto dirgli prima quando sarebbe arrivato e di stare comunque pronto. In risposta, la Guillari gli dice che per lei è necessario essere avvertita: "a me devi far sapere solamente perché devo andare a ritirare quel piccolo completino che ti dissi, quel regalino che devo fare".

La consegna dei cellulari a Pietro Ioia

La sera del 10 dicembre le due donne riescono ad incontrarsi e i cellulari il giorno successivo vengono dati a Ioia. In quella circostanza, rilevano gli inquirenti nell'ordinanza, parte per sbaglio una telefonata dal cellulare del garante dei detenuti e così si attiva l'intercettazione: Ioia viene registrato mentre chiede alla Guillari la conferma che i telefoni siano spenti, in quanto sarebbe stato un disastro se avessero squillato durante i colloqui in carcere.

"Il prosieguo del dialogo, registrato in ambientale – si legge nell'ordinanza – conferma che Guillari Sonia stava consegnando i telefoni a Ioia e che effettivamente la Maresca Cardamone, contrariamente agli accordi, aveva preso due telefoni troppo grossi, per cui la Guillari afferma con decisione che d’ora in avanti i telefoni li avrebbe comprati lei; emerge anche che il compenso percepito da loia era di 600 euro".

Droga e cellulari in carcere, otto arresti dei carabinieri

L'ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri all'alba di oggi è stata disposta per otto persone. In carcere sono finiti Pietro Ioia, 63 anni, Sonia Guillari, 47 anni, Massimiliano Murolo, 43 anni, Nicola Donzelli, 36 anni, Antonio De Maria, 34 anni, e Vincenzo Castello, 38 anni; decisi invece i domiciliari per Maria Cardamone Maresca, 33 anni, e Grazia Pages, 54 anni.

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