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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Dopo il viaggio di Sannino in Israele è scontro fra Arcigay nazionale e Pride di Napoli

Una polemica che non sembra destinata a scemare quella che vede ai poli opposti Arcigay Nazionale e il presidente di Arcigay Antinoo Napoli. Al centro il viaggio in Israele di Antonello Sannino.
Intervista a Antonello Sannino
Presidente di Arcigay Antinoo Napoli
A cura di Gaia Martignetti
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Antonello Sannino / Foto Fanpage.it
Antonello Sannino / Foto Fanpage.it
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Il Pride a Napoli si spacca e diventa un caso. Ad aprirlo anche fuori dalla Campania, con un comunicato molto duro, è la direzione nazionale dopo le polemiche per il viaggio in Israele del presidente di Arcigay Antinoo Napoli Antonello Sannino, che però risponde: "Era un viaggio personale, non ero lì in veste ufficiale". Ma facciamo un passo indietro.

Tutto comincia quando il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca lancia un appello, spiegando che si trova a Tel Aviv: "Sannino era credo con il corpo diplomatico, lo stanno portando in un bunker". Poco dopo è proprio il presidente di Arcigay Antinoo Napoli, raggiunto al telefono da Fanpage.it, a spiegare di stare bene e che i voli sono stati cancellati a causa del conflitto in atto. Quello che accade nelle ore successive è un susseguirsi di polemiche, che non si fermano fino al suo ritorno in Italia.

L'Associazione Trans Napoli e I-Ken annunciano la fuoriuscita dal Pride del 5 luglio rendendo evidente una frattura suggellata da un comunicato di Arcigay Nazionale: "Le nostre bandiere non vanno in guerra", si legge con una posizione molto netta e chiara di condanna a quanto sta avvenendo a Gaza, sottolineando di aver appreso dai giornali il viaggio del presidente napoletano. "Del mio viaggio non sapevano neanche mio padre e mia madre", ha spiegato Sannino a Fanpage.it che aggiunge: "Era informato solo mio marito, sono andato a titolo personale".

Sannino, lei com'è arrivato a Tel Aviv?

"Tramite un amico, Giuseppe Crimaldi, giornalista, presidente dell' "Associazione Italia-Israele". Sapendo del mio attivismo sui diritti civili, mi ha proposto se volevo avere degli incontri con gli attivisti in Israele. Un tour che sarebbe terminato con il Pride. Volevo andarci per capire come vive la comunità Lgbtq+ in Israele. Siamo stati a pochi chilometri dalla Striscia di Gaza, abbiamo incontrato i testimoni diretti della strage di Nova. Abbiamo incontrato le persone vittime di discriminazione accolte in strutture. Ero lì per vedere lo stato delle cose, per capire se il governo Netanyahu era amato dalle associazioni Lgbtq+ e ho capito che non è così"

C'è stata una presa di posizione molto dura da parte di Arcigay Nazionale, è vero che non sapevano di questo viaggio?

"Non sapevano. Ma non lo sapevano neanche i miei genitori. Lo sapeva solo mio marito. Perché non ero lì in rappresentanza di Arcigay o di Arcigay Napoli dove il pensiero è plurale e vario. Ero lì da libero cittadino. Non ho avvisato nessuno per ragioni di opportunità, avrei voluto raccontare dopo, senza inferocire il clima. Poi, purtroppo, hanno bombardato quel giorno l'Iran e ho dovuto avvisare in Regione per un evento. E il presidente De Luca ha dato un annuncio pubblico, ma io non volevo per ragioni di opportunità. E non volevo per ragioni di sicurezza, non ero da solo ma con una delegazione europea e ogni mia sovraesposizione, poteva mettere a rischio tutti. La cattiva fede di Arcigay sta che una volta che sono arrivato qui o anche mentre ero lì, qualcuno avrebbe poi potuto prima chiedere, prima di uscire con un comunicato. Fornisce la misura della cattiva fede di Arcigay Nazionale. Non di tutta Arcigay che è una macchina enorme, complessa. Sto ricevendo anche solidarietà da alcuni comitati diffusi per l'Italia. La segreteria Nazionale di Arcigay ha ben pensato di attaccare il Napoli Pride, così come Arcigay Roma il Roma Pride. Un momento di follia generale. L'ho detto chiaramente in una lettera che ho scritto. Arcigay invece di pensare a come incidere sulla politica di questo governo facendosi umiliare dalla ministra Roccella in un incontro, pensando veramente a dove sono i nemici, attacca il Roma Pride e il Napoli Pride in maniera strumentale"

Non pensa che potrebbe essere declinato anche al contrario questo concetto? Non ha anche lei la responsabilità in quanto Presidente di Arcigay Antinoo Napoli di non dare adito a spaccature? 

"Ci sarebbe stata comunque prima di questa. Questa l'ha solo lesionata. Il contrario si è visto a Roma, non era andato nessuno in Israele. Eppure a Roma hanno attaccato in maniera identica e uguale. Il problema non era la questione palestinese, ma attaccare le organizzazioni  libere e indipendenti rispetto all'associazione nazionale"

Lei si sente di condannare quanto sta accadendo a Gaza?

"Chi non può condannare quello che sta succedendo? È scritto in maniera chiarissima. Il sottoscritto e il Napoli Pride condannano lo sterminio della popolazione civile a Gaza. Così come condannato l'odio dell'Ayatollah e del terrorismo islamico. È una posizione chiara, netta, prima che andassi lì, durante e oggi che sono tornato in Italia"

Vede una possibile apertura con Arcigay nazionale dopo questa spaccatura?

"Ma non è la prima volta. In più di una circostanza in 40 anni di storia l'associazione è stata in rottura con la segreteria nazionale. Non vedo niente di nuovo. Certo forse non con questo clamore, perché hanno toccato un tema che non è LGBTQ+. Siccome si parla della guerra che è un tema topic caldo in questo momento, il disallineamento rispetto alla segreteria nazionale emerge in un contesto che non è solo strettamente Lgbtq+. Ma su molte altre questioni il comitato di Napoli ha avuto una voce libera e autonoma rispetto alla segreteria nazionale"

Però questa polemica tra Arcigay Nazionale e Arcigay Antinoo Napoli, in questo momento storico forse non aiuta.

"È quello che chiedo alla segreteria nazionale. Perché prima di uscire con un comunicato, avrebbero dovuto chiamarmi per sapere come stavo, in maniera seria e sincera. E avere un confronto, usciamo insieme anche in maniera critica per capire che cosa è successo. Non ho ricevuto mezza telefonata. La domanda andrebbe fatta ad Arcigay nazionale"

Loro sono molto chiari rispetto al perché.

"Dicendo delle cose che non sono vere. Perché non hanno chiesto perché fossi lì. C'è scritto in maniera chiara che noi condanniamo lo sterminio della popolazione a Gaza. Stanno dicendo una cosa che non è vera".

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