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De Luca vuole decidere le nomine del Teatro San Carlo. E invoca l’arrivo di Riccardo Muti

Il presidente della Regione Campania vuole decidere le nomine fondamentali del Teatro San Carlo. E invoca la presenza di Riccardo Muti nel Massimo napoletano.
A cura di Cir. Pel.
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«Se qualcuno immagina di concepire il San Carlo come bottega privata si sbaglia. Il tempo dei ricatti è finito». Vincenzo De Luca oggi fa chiaramente capire di sentirsi, in quanto presidente della Regione Campania, l'azionista di maggioranza del teatro lirico napoletano. Più decisivo del sovrintendente attuale, Stéphane Lissner, più del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, per statuto presidente della Fondazione Real Teatro di San Carlo. «La Regione non è più disponibile a finanziare marchette, abusi d'ufficio, conflitti d'interesse e pretende una gestione rigorosa» dice nella sua solita diretta social il presidente della giunta regionale. In sintesi: la Regione finanzia e vuol decidere le nomine.

De Luca, in particolare chiama in causa una nomina. «Abbiamo verificato che il soprintendente ha deciso di attribuire ad una persona che lavorava al San Carlo uno stipendio di 150mila euro l'anno – spiega -. Secondo la Regione è misura non prevista dallo statuto quindi non legittima, infatti investiremo della cosa la Corte dei Conti».  Il ruolo che l'ex sindaco di Salerno vuol far saltare è quello di Emmanuela Spedaliere, direttore generale del Massimo partenopeo:

 È intollerabile che in una situazione di difficoltà economica qualcuno abbia lo stomaco di portarsi lo stipendio a 150mila euro e di nominare una figura inutile. Chi oggi parla non ha titolo per aprire bocca difenderemo per il futuro il San Carlo che è patrimonio mondiale ma non difenderemo neanche per un istante né la logica del ricatto né della gestione privatistica.

De Luca tira in ballo Riccardo Muti e dice chiaramente che il San Carlo dovrebbe trovare un posto per lui. Muti, 80 anni nel luglio scorso, non ha un gran rapporto con Lissner: un anno fa i tre appuntamenti fissati con il maestro d'orchestra napoletano al San Carlo furono cancellati ufficialmente per i problemi derivanti dal Covid indispettendo e non poco Muti che se ne dolse dalle colonne del Corriere della Sera.

Ora il "governatore" regionale fa la voce grossa e invoca la presenza di Muti al teatro napoletano:

Mi pare una cosa sconvolgente che abbiamo un sovrintendente non italiano e abbiamo il più grande e famoso direttore d’orchestra al mondo, che è napoletano, Riccardo Muti, che lavora nel mondo e non al San Carlo. “Vorrei parlare con lui per sollecitarlo ad avere un impegno diretto anche nel San Carlo.

Qualche chiacchierata già è stata fatta  credo sarebbe utile avere dei consigli, indirizzi da lui. Vediamo di aprire un dialogo con Muti, può darsi che abbiamo la possibilità di fare delle scelte più serie, più rispettose e di non avere più a che fare con gente che pensa di avere atteggiamenti di totale strafottenza con i soldi degli altri.

Chi vuole essere strafottente deve impegnare i soldi del suo patrimonio di famiglia, non quelli della Regione Campania.

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